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Buffon: «Le mie trasgressioni? Conciliare le ambizioni con una visione romantica del calcio»

A Repubblica: «Da ragazzo ero fatto per ambienti del sud, mi alimentavo con la vicinanza della gente. Spalletti? C’è qualcosa di speciale in lui».

Buffon: «Le mie trasgressioni? Conciliare le ambizioni con una visione romantica del calcio»
Skopye (Macedonia) 09/09/2023 - qualificazioni Euro 2024 / Macedonia del Nord-Italia / foto Image Sport nella foto: Gianluigi Buffon

Gianluigi Buffon, ex portiere e ora capo delegazione della Nazionale italiana, ha rilasciato un’intervista a Repubblica.

Buffon: «La mia più grande trasgressione è stata conciliare le ambizioni con una visione romantica del calcio»

Come vede il suo futuro?

«Diciamo da direttore sportivo? Dirigente? Metto ancora il punto di domanda. Ma comunque all’altezza della situazione nelle cose che mi piacciono. Di sicuro voglio essere operativo, non mi piace essere passivo».

Quando le è cominciata la passione per il calcio?

«Penso nell’82: mi ricordo che tutti si riunivano a guardare le partite dei Mondiali. Ogni tanto sentivo urlare… poi mi hanno regalato una maglia di Paolo Rossi; quando la mettevo avevo l’impressione di avere poteri sovrannaturali. Rossi è stato il primo dei miei tre miti; poi ci sono stati Zoff e Trapattoni».

Quando ha accompagnato Zaniolo e Tonali a consegnare i telefoni agli inquirenti del caso scommesse, cosa ha detto loro?

«Ho sdrammatizzato. Se hai sempre rispettato le regole, certe cose ti offendono nel profondo. E già il fatto che uno si offenda è importante: ti rassicura di essere vivo e di avere ancora dei valori».

Negli anni hanno provato ad attaccarle l’etichetta di fascista, nazista, scommettitore…

«Quando uno pensa che il mondo ce l’abbia con lui, la prima domanda da farsi è perché. E la seconda è se ha prestato il fianco. Io sicuramente a volte sono stato leggero, ma mi rassicurava sapere chi sono. A volte trasgredisco, perché ho paura delle persone che conducono vite ordinate, scandite: penso che prima o poi arrivino a un punto di rottura. La mia più grande trasgressione è non scegliere mai la strada scontata e conciliare le ambizioni con una visione romantica: ne è un esempio restare alla Juve in Serie B o tornare al Parma».

Lei però sembra impetuoso…

Buffon: «Da ragazzo ero fatto per società e ambienti del sud, tipo Roma, Napoli, Bari. Mi alimentavo con la vicinanza della gente. Ma alla fine mi hanno guidato mio padre e il mio procuratore».

Spalletti è come lo immaginava?

«Un carattere forte, carismatico, il leader della squadra. Fa ragionamenti molto sofisticati e da lì capisci le decisioni che prende. Chiunque lo abbia avuto, dice che è eccezionale. C’è qualcosa di speciale in lui».

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