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«Vasseur è un grande gestore di risorse umane. Dove va, vince. E non legge i giornali»

Un ampio ritratto de Le Parisien. L’ex pilota Montagny: «In un mondo politico e gerarchico come la F1, fa della gestione umana il suo punto di forza»

«Vasseur è un grande gestore di risorse umane. Dove va, vince. E non legge i giornali»
Sakhir (Bahrein) 25/02/2023 - test F1 Ferrari SF-23 / foto Press Office Scuderia Ferrari/Image Sport nella foto: Frederic Vasseur

«Sono un Fred che è ancora vivo. Questa è già una bella notizia!». Frederic Vasseur è sopravvissuto alla sua prima stagione da team principal in Ferrari. Un compito arduo non solo perché è la scuderia più prestigiosa della F1, ma anche perché, come ricorda Le Parisien, la Ferrari “sta attraversando una delle più grandi crisi della sua storia. Senza un titolo di campione del mondo da quello di Kimi Räikkönen nel 2007, ha scommesso dalla scorsa stagione sulla rinascita del 55enne francese dalle ceneri. L’ultimo francese a prendere le redini del cavallino rampante è stato nientemeno che Jean Todt con sette titoli iridati costruttori al suo attivo in 15 stagioni (1993-2007). Basti dire che la pressione era più grande che mai”.

«Quando Vasseur mette in piedi una squadra, vincerà»

«Bisognava andare da lui per vincere». Franck Montagny, ex pilota e consulente di Canal+ dice a Le Parisien che: «Il francese della Ferrari sa che sarà giudicato soprattutto per questo secondo anno».

Lo ha incrociato nel paddock e parla di una sua peculiarità: «Ma ha una particolarità, Fred, ovvero che non legge i giornali. Continua a dire: “altrimenti mi rovino”. Quindi non si preoccupa di tutto questo. Ciò che gli interessa è correre. La corsa, la corsa, la corsa».

In pista l’ex boss della Sauber (2017-2022) e della Renault (2016) ha già svolto parte del lavoro. La Ferrari è l’unica squadra, a parte la Red Bull, ad aver vinto lo scorso anno, grazie a Carlos Sainz a Singapore.

«Fred è un vincente. Ogni volta che metteva in piedi una squadra o una struttura come l’ASM (1996) o l’ART (2004) in F3 o F 2, dovevi andare da lui per vincere. Ha questa reputazione. Quindi, se seguiamo questa logica per la Ferrari, sappiamo come potrebbe finire», sorride Franck Montagny.

«Tutto ciò che fa, lo fa per arrivare al 100%»

Un temperamento vincente che citano tutti i campioni che sono passati sotto la sua guida: Nico Rosberg, Sebastian Vettel, Valtteri Bottas, George Russell, Esteban Ocon, Romain Grosjean… Cioè la stragrande maggioranza dello schieramento degli ultimi anni.

Théo Pourchaire, campione del mondo F2 2023, ha avuto, tra i suoi mentori, anche Frédéric Vasseur: «Tutto quello che fa è per arrivare al 100%. Con lui deve funzionare. Ha iniziato con poco ed è riuscito a salire i gradini uno dopo l’altro grazie al suo  perfezionismo. Non gli piaceva quando sbagliavo e quando succedeva chiamava Sébastien Philippe, il direttore generale. Ricevevo subito un breve messaggio!».

«È duro con i giovani piloti, ma molto corretto perché è consapevole di ciò che dobbiamo fare», dice Victor Martins, pilota ART in F2 per quest’anno e favorito per il titolo.

«In un mondo della F1 molto politico e gerarchico, Fred è molto diverso da tutto ciò, molto atipico. Non è il miglior ingegnere, né forse il miglior aerodinamico, ma fa della gestione umana il suo più grande punto di forza», spiega Franck Montagny.

Vasseur e l’arrivo di Hamilton

«Non lo ammetterà mai, ma questo arrivo di Hamilton risveglia il lato un po’ romantico di Fred», dice a Le Parisien Jean Alesi, ex pilota della Ferrari. «Fred deve riportare la Rossa sul tetto del mondo e per questo ha portato con sé il suo migliore alleato e, finalmente, il compagno di una vita con il quale non aveva mai potuto lavorare in F1. Per i due è il momento più bello».

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