Il merito della rinascita è sicuramente di Calzona ed è stato il presidente a portarlo a Napoli, ma non si possono dimenticare i due errori precedenti con Garcia e Mazzarri

Il Napoli e i suoi tifosi hanno vissuto mesi di angoscia, di prestazioni sotto tono e di incertezza dovuta alla inspiegabile posizione in classifica per la squadra campione d’Italia. Il presidente De Laurentiis ha più volte ammesso i suoi errori, soprattuto nella scelta di Rudi Garcia come sostituto di Spalletti, anche se lui ha preferito dire di essere stato troppo buono nell’accontentare Luciano e lasciarlo andare via. Dopo Garcia si è passati a Mazzarri, altra scelta del presidente che ha rivoluto un vecchio amico in panchina convinto che potesse risollevare la squadra. Altro errore.
Ora la musica è cambiata. Il Napoli ha ritrovato il suo gioco e la sua brillantezza, ne sono segno tangibile le due vittorie contro il Sassuolo e la Juventus. L’artefice di tutto ciò è senza dubbio Francesco Calzona, arrivato sulla panchina azzurra alla vigilia della sfida di Champions contro il Barcellona. La Gazzetta dello Sport oggi definisce la sua scelta come un’illuminata intuizione di De Laurentiis, ma non si possono dimenticare i due errori commessi con Garcia e Mazzarri
Calzona è solo la scelta numero tre di De Laurentiis
“La scelta di Calzona è stata un’intuizione illuminata del presidente Aurelio De Laurentiis: conosceva il gruppo, conosceva l’ambiente, soprattutto conosceva benissimo Lobotka, il giocatore a cui ha affidato la sua Slovacchia, leader del gruppo che ha centrato l’impresa di qualificarsi al prossimo Europeo. Ciccio sapeva già cosa fare per rimettere in moto il Napoli e ha subito rispolverato la riaggressione tanto cara all’era Spalletti. Perché anche nei due anni di Luciano ci sono state due versioni diverse di Napoli e di Lobotka, e quando Spalletti ha trovato il modo di sfruttare al meglio la qualità di Stanislav, gli azzurri hanno preso il volo.
Ha rimesso Stanislav Lobotka al centro del villaggio e chiesto a Frank Zambo Anguissa di giocare come sa, liberare la mente da vincoli di copertura che gli erano stati imposti in precedenza, e tornare a ruggire.