«Occorrerebbe un provvedimento del Coni o, piuttosto, una modifica del Decreto legislativo 242/1999 e delle altre leggi in materia di sport»

La Gazzetta dello Sport ha chiesto all’avvocato Mattia Grassani, esperto di diritto sportivo, quale potrebbe essere il percorso per una separazione della Serie A dalla Figc?
Le parole di Grassani
«La separazione può avvenire o attraverso un accordo con la Federazione oppure attraverso una scissione unilaterale, che passi da una delibera di un’autorità politica (Ministero dello Sport), legislativa, del Coni o da un provvedimento giurisdizionale simile a quello visto in ambito europeo per la Superlega».
Che cosa potrebbe portare alla Serie A quest’autonomia?
«Con un accordo con la Figc, la Serie A potrebbe dotarsi di un sistema di autoregolamentazione, anche all’accesso nella Lega, di arbitri propri e di organi di controllo che sostituirebbero la Covisoc: alla Figc competerebbero solo compiti amministrativi, di gestione dei rapporti tra Leghe, con gli organi sovraordinati come Fifa e Uefa e relativi alle competizioni delle nazionali. La possibilità di darsi da soli delle regole a quel punto potrebbe incidere sull’individuazione del numero delle squadre, delle retrocessioni, sul format, ma anche su extracomunitari, liste tesserati, criteri di rilascio delle licenze e la gestione dei ricavi come i diritti tv».
Difficile pensare oggi a un accordo. In quel caso chi decide?
«Occorrerebbe un provvedimento del Coni o, piuttosto, un intervento normativo, di modifica del Decreto legislativo 242/1999 e delle altre leggi in materia di sport, che riconoscano alla Lega Serie A status analogo a una Federazione Sportiva nazionale e, dunque, un legame diretto con il Coni che bypasserebbe la Federazione. Andrebbe però in questo caso coordinato il nuovo status con la necessità per i club di continuare a far parte di organismi sovranazionali quali Uefa e Fifa. In alternativa resta la strada del contenzioso, che deriverebbe dalla creazione di un ente autonomo, a livello interno, che si occuperebbe di organizzare eventi sportivi, chiaramente in violazione dell’art. 16, comma 2, lettera a) delle Noif sulla “decadenza delle società professionistiche dall’affiliazione alla Figc se partecipano a competizioni organizzate da associazioni private non riconosciute da Fifa, Uefa e Figc”. Contenzioso che si svilupperebbe sul canovaccio di quanto recentemente sancito dalla Corte di Giustizia nel caso Superlega».