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De Zerbi: «Non scendo a compromessi con i giornalisti, alcuni non sono onesti e competenti»

“Sono diventato divisivo tra giochisti e risultatisti per colpa di alcuni giornalisti italiani. Perché non li ho mai chiamati, non ne sono mai diventato amico”

De Zerbi: «Non scendo a compromessi con i giornalisti, alcuni non sono onesti e competenti»
Brighton's Italian head coach Roberto De Zerbi reacts during the English Premier League football match between Brighton and Hove Albion and Crystal Palace at the American Express Community Stadium in Brighton, southern England on February 3, 2024. (Photo by Glyn KIRK / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE. No use with unauthorized audio, video, data, fixture lists, club/league logos or 'live' services. Online in-match use limited to 120 images. An additional 40 images may be used in extra time. No video emulation. Social media in-match use limited to 120 images. An additional 40 images may be used in extra time. No use in betting publications, games or single club/league/player publications. /

C’è un file aperto, in giro: giornalisti e allenatori, amici e nemici, in alcuni casi pretesi tifosi (vedere il video-figuraccia di De Laurentiis sul povero Ugolini “laziale”). In Spagna la stampa è in guerra con Xavi, che si sente accerchiato dai cronisti “guardiolisti”. Nello stesso file va inserito anche lo sfogo di ieri di Roberto De Zerbi, il quale dice che è diventato “divisivo” per colpa loro, dei giornalisti. Lo sfogo – a dir la verità moderato – è diventato, manco a dirlo, virale.

Lo sfogo di De Zerbi

Non sono la persona che sta nel mezzo e che ama il grigio, cerco di prendere posizione, di essere corretto sempre con tutti ma mi piace scegliere da che parte stare, scegliere chi essere e scegliere come comportarmi. Io credo che nella vostra categoria non tutti siano corretti, ci sono molti vostri colleghi scorretti e io non sono andato mai al compromesso che volevano loro, non li ho mai chiamati, non ne sono mai diventato amico e loro hanno accentuato questo mio essere divisivo, creando paragoni e fazioni fra giochisti e risultatisti, quando io ho sempre cercato di lavorare con passione rispettando tutti”.

“Ho sempre rispettato pure voi, non sempre nella vostra categoria ci sono persone oneste, corrette e neanche competenti, e quando ho trovato queste persone non ho mai cercato il punto d’incontro per andare d’accordo per forza. Voi potete scrivere quello che volete, chiaramente mi dispiace perché la mia famiglia è in Italia ed essere così divisivo per niente non lo trovo giusto, ma faccio la mia strada. Il modo in cui raccontate le vostre verità è quello che mi fa essere divisivo.

Io vi ho sempre rispettato, invece in qualche vostro giudizio non c’è correttezza. Tanti di voi fanno così anche con altri allenatori. Nel mio Paese avete accentuato voi questa divisione parlando di giochisti e risultatisti, anche in maniera non trasparente. Che io sia divisivo per le scelte che faccio, per il gioco che faccio, per le prese di posizione che ho assunto in passato, questo non vuol dire niente, ma che sia stato accentuato da parte di vostri colleghi… Io rispetto quasi tutti della vostra categoria, quelli che non rispettano gli altri non li rispetto neanche io, non parlo con loro, non concedo interviste e non scendo a compromessi”.

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