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De Laurentiis fa causa al Comune, non vuole pagare i 12mila euro per i vigili a Napoli-Real Madrid

Per il club l’evento ha rilevanza pubblica, per il Comune un evento privato su cui il Napoli lucra. Irritazione al Comune per la causa

De Laurentiis fa causa al Comune, non vuole pagare i 12mila euro per i vigili a Napoli-Real Madrid
Aurelio De Laurentiis con il sindaco Manfredi all’Assemblea pubblica “Coesione Sud” organizzata dall’Unione Industriali di Napoli. Jessica Lettieri /Kontrolab

De Laurentiis fa causa al Comune, non vuole pagare i 12mila euro per i vigili a Napoli-Real Madrid. A darne notizia è anche  il Corriere del Mezzogiorno con Angelo Agrippa.

Che scrive:

De Laurentiis va ancora all’attacco. Impugna il “Regolamento per la disciplina delle prestazioni dei servizi resi dal Corpo di Polizia locale di Napoli in materia di sicurezza e polizia stradale e necessari allo svolgimento di attività e di iniziative di carattere privato, soggetti a pagamento…”.

Il patron del Napoli inoltre contesta l’Avviso di accertamento esecutivo con ui il Comune di Napoli ha «accertato e imposto al Napoli di pagare entro il termine di 60 giorni dalla notifica dell’atto, la somma di 12mila 122,73 euro per i costi del personale della polizia locale che sarebbe stato impiegato per Napoli-Real Madrid».

A Palazzo San Giacomo non l’hanno presa per niente bene. «Prima dice che vuote aprire una fase di dialogo con il Comune – si sfogano ai piani alti – e poi la prima cosa che fa qual è? Impugna davanti al Tar Regolamento e Avviso di accertamento per non pagare i 12mila euro dovuti ai 68 vigili in servizio per Napoli-Real Madrid».

l’evento in questione sarebbe da considerarsi privato «considerato lo scopo lucrativo» e che «né l’amministrazione comunale, né i vari servizi dell’ente, hanno comunicato che l’evento è di interesse pubblico e quindi escluso dall’applicazione della normativa in oggetto».

Dunque, per palazzo San Giacomo le partite di calcio del Maradona fanno parte di un’attività privata, con tanto di ricavi, e quindi non sono da considerarsi esenti dall’obbligo di pagare.

L’avvocato Arturo Testa, che assiste De Laurentiis, giudica il Regolamento comunale «manifestamente illegittimo, nella parte in cui non esclude dalla sua applicazione le ipotesi previste ex lege».

De Laurentiis e lo stadio nei ricordi di Caldoro  

Repubblica Napoli nei giorni scorsi ha sentito Stefano Caldoro, ex presidente della Regione Campania, che parla di De Laurentiis, ricorda che fu lui anni fa a mettere in contatto il presidente del Napoli con l’ex sindaco di Afragola. Caldoro viene sentito perché oggi il presidente del Napoli potrebbe costruire proprio ad Afragola il nuovo centro sportivo del Napoli visto che lascerà Castel Volturno entro diciotto mesi.

Caldoro: «lo misi io in contatto con l’ex sindaco di Afragola»

Ecco la sua testimonianza.

«Fu io a mettere in contatto De Laurentiis con l’ex sindaco di Afragola. Ma per venire incontro ai desiderata del club, il Comune avrebbe dovuto violare più norme di legge, anche di natura contabile. E non si capiva chi doveva mettere i soldi per il nuovo stadio».

Scrive Repubblica con Alessio Gemma:

Stefano Caldoro era presidente della Regione dieci anni fa, quando il patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis, era in rotta con il sindaco Luigi de Magistris e paventava di realizzare altrove un nuovo impianto sportivo. Due giorni fa, su Facebook, l’ex primo cittadino di Afragola, Domenico Tuccillo, ha ricordato come andò a finire: “Chi paga?”, chiese de Laurentiis quando scoprì che i terreni erano privati. Non si fece nulla.  

«Mi chiamò con tono irritato e mosse accuse alluvionali alla politica»

Prosegue Caldoro su Repubblica:

Perché «la verità – riflette l’ex governatore – è che De Laurentis non ha mai voluto metterci i soldi per lo stadio. Cerca tutte le strade per risparmiare e gioca su più tavoli». Iniziò con una telefonata. «Nel momento di maggiore attrito con de Magistris – racconta Caldoro – De Laurentiis mi chiamò. Già allora voleva per il nuovo stadio i fondi europei, e in piccola parte era anche possibile: ma bisognava trovare l’area idonea. Facemmo una veloce valutazione di fattibilità e si selezionarono le zone di Afragola. Lo misi in contatto con Tuccillo e s’incontrarono».

L’appuntamento tra sindaco e imprenditore andò male. «Aurelio voleva che il Comune di Afragola facesse quello che che non può fare su suoli privati – spiega l’ex presidente della Regione – Un progetto chiavi in mano con un intervento pubblico sugli espropri dei terreni. Ma il Comune non poteva sostituirsi al Napoli: doveva trattare lui per i suoli».

L’ira di De Laurentiis ritornò come un boomerang su Caldoro. «Mi richiamò con tono irritato, accompagnato da alluvionali accuse alla politica. Gli spiegai: «Non puoi chiedere al sindaco di violare le leggi». Ma pensava di essere il presidente del Napoli, di fare lui un favore ad Afragola portando la squadra lì a giocare. È uno scaltrissimo imprenditore. Non è amico di nessuno, solo di se stesso e fa i suoi interessi. Fa accordi che gli convengono, una volta con la Regione, un’altra col Comune. Con i soldi delle Universiadi ha stretto con De Luca».

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