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Sinner: «Sanremo? Conoscendomi, non ci vado. Ballare e cantare non fa per me»

A La Stampa: «Sono andato via di casa a 13 anni, sono dovuto crescere in fretta. Ora sto recuperando con i miei, ma il grosso è andato»

Sinner: «Sanremo? Conoscendomi, non ci vado. Ballare e cantare non fa per me»
Italy's Jannik Sinner celebrates with the Norman Brookes Challenge Cup trophy after defeating Russia's Daniil Medvedev in the men's singles final match on day 15 of the Australian Open tennis tournament in Melbourne on January 26, 2024. (Photo by David GRAY / AFP) / -- IMAGE RESTRICTED TO EDITORIAL USE - STRICTLY NO COMMERCIAL USE --

Sinner a La Stampa: «Sanremo? Conoscendomi, non ci vado. Ballare e cantare non fa per me».

Jannik, la sua dedica è forse la più bella di sempre: «Auguro a tutti i bambini di avere la libertà che ho avuto io». Ce la spiega meglio?

Sinner: «La pressione è sempre un privilegio, ma non è sempre semplice gestirla se viene da chi ti è vicino. Io ho avuto fortuna che i miei genitori non mi hanno mai pressato, non mi hanno mai chiesto di diventare forte, e questo probabilmente è il motivo principale per cui sono qui oggi. Il successo arriva se lavori tanto, se ci credi. I miei non li vedo spesso, ma sono i genitori ideali, così ho aspettato una occasione speciale per far sentire speciali anche loro, che non amano tanto comparire. Credo di aver fatto una cosa carina».

«Per un genitore accettare che un figlio vada lontano di casa a 13 anni non è facile. Tante cose belle te le perdi. Io sono dovuto crescere in fretta, lavandomi la roba da solo, cucinando, andando a fare la spesa. Piano piano qualcosa sto recuperando, mio papà ora viene a qualche torneo. Però il grosso è andato».

Ora però c’è da gestire anche l’enorme popolarità extrasportiva: preoccupato?

«No, perché la prima cosa per me resta sempre il tennis, non ho intenzione di cambiare i miei piani. Qualche giorno di riposo, poi si ricomincia. Certo mi fa piacere che la gente mi segua, è stato importantissimo sapere che in tanti sono stati davanti alla tv. Ma non è che da domani la mia vita cambierà per questo».

La vogliono a Sanremo: ci va, non ci va?

«Non lo so, non ne ho idea. Conoscendomi, non ci vado… Ballare, cantare, non sono cose che fanno per me..».

Ha rifiutato anche di fare lo jodel con la commentatrice di Eurosport, l’austriaca Barbara Schett..

«Appunto, meglio così. A me piace giocare a tennis, del resto non mi importa più di tanto».

Sinner e il coraggio di lasciare il certo per l’incerto (Pennetta)

Jannik Sinner, Il Giornale ha intervistato qualche giorno fa Flavia Pennetta l’ultima italiana a vincere uno Slam (gli Us Open), nel 2015.

«Diciamo che dopo gli Us Open ha messo la freccia in tutti gli aspetti. Ha iniziato veramente ad essere più solido: guardate il
servizio, a quanti punti riesce a ottenere adesso con la battuta in confronto a qualche mese fa».

C’è stato un grande lavoro. Come spiegare a chi è fuori dal campo il motivo di questi risultati?
«Semplice, appunto: è lavoro, tanto lavoro. Uno sforzo pazzesco, tecnico e nel movimento. E impressiona quanto margine di
miglioramento ha ancora».

Davvero?
«Ma ragazzi, ha solo 22 anni… Anche se la sua età non è certo quella dei giovani d’oggi».

Cos’ha di diverso?
«Quello che ha soprattutto Sinner è la costante voglia di cambiare, di lasciare il certo per l’incerto. Lui è stato criticato per questo, un po’ anche quando ci fu il cambio di allenatore e la gente diceva che non vinceva più come prima. Io sostenevo invece che le cose hanno sempre bisogno di tempo, in questi casi devi ripristinare un po’ di equilibrio. Serve solo aspettare».

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