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I tatuatori dei calciatori: «sono molto sensibili, non vogliono soffrire. Scelgono la crema anestetica»

SportWeek intervista Marzari e Russo, tatuatori preferiti dai calciatori: «Spalletti mi è rimasto nel cuore, mi ha portato anche a cena»

I tatuatori dei calciatori: «sono molto sensibili, non vogliono soffrire. Scelgono la crema anestetica»
Doha (Qatar) 18/12/2022 - finale Mondiali di calcio Qatar 2022 / Argentina-Francia / foto Imago/Image Sport nella foto: tifosi Argentina ONLY ITALY

Nel mondo dei calciatori c’è al momento una sola garanzia, i tatuaggi. Quasi nessuno di loro non ne ha, fa eccezione l’attaccante del Napoli, Giacomo Raspadori che ha confermato che non ne farà mai perché non gli piacciono. Nel mondo dei tatuaggi ci sono due tatuatori, Alberto Marzari e Valentino Russo, che sono i preferiti dai campioni. Entrambi, ospiti della Milano Tattoo Convention in corso al Superstudio Maxi, sono stati intervistati da Sport Week e hanno raccontato alcune curiosità sui propri clienti

I tatuatori dei calciatori

Russo ad esempio ha cominciato a tatuare calciatori con Mazzocchi

«Mi ci sono ritrovato. Un giorno mi ha contattato un barbiere di Napoli che faceva i capelli a Mazzocchi del Parma dicendomi che il suo cliente desiderava farsi tatuare la schiena da me. È stato il primo calciatore su cui ho lavorato e da lì si è sparsa la voce, ho fatto il fratello di Insigne, poi Immobile, Di Lorenzo, Politano, Insigne stesso e via così fino a quelli della Fiorentina, Martinez Quarta, Nico Gonzalez e Torreira, che è poi andato al Galatasaray dove giocava Icardi. Quindi ho fatto pure Maurito…».

Spalletti persona meravigliosa

Il cliente che vi ha lasciato il miglior ricordo?

M «Dietro a ogni tatuaggio c’è una storia da raccontare e questa è la parte più emozionante del mio lavoro. Il 22 maggio 2010, quando l’Inter ha vinto la Champions, tatuare non era ancora lontanamente nei miei pensieri, ma a Madrid vissi una delle giornate più belle. Dodici anni dopo tatuare sul braccio di José Mourinho la coppa che lui alzò davanti ai miei occhi è qualcosa che da tifoso ancora fatico a realizzare».

R «Credo di aver tatuato oltre 150 giocatori tra A, B e Premier. Ma quello che mi è rimasto nel cuore è Luciano Spalletti, persona meravigliosa, generosa, incredibile. Mi ha anche portato a cena, sono cose inaspettate. Siamo stati insieme un solo giorno, ma sono rimasto colpito dalla sua straordinaria capacità di saperti guardare dentro. Ti scruta e in pochissimo tempo capisce chi sei. Con me è stato così».

C’è chi vi ha fatto penare?

M «Si dice il peccato ma non il peccatore».

R «I giocatori sono molto sensibili, non vogliono soffrire. Tutti scelgono di mettere la crema anestetica, anche quando si fanno una cosa piccola. Costa oltre 50 euro ogni 30 grammi, ma su un tatuaggio da 2-3 mila euro non è un problema per loro…».

Il tatuaggio che vi è piaciuto di più fare su un calciatore?

M «Non tanto per gusto estetico quanto per il significato, il 32 nerazzurro sottopelle che ho fatto sulla gamba a Dimarco. Un tifoso come noi ma in campo, qualcosa di rarissimo al giorno d’oggi, come Beccalossi, cui ho fatto un 10 nerazzurro».

R «I giocatori non ti lasciano grande libertà di espressione, nessuno ti dà carta bianca. In genere si fanno roba in bianco e nero. Un lavoro a colori da 14-15 ore di lavoro, magari su una gamba, non lo vogliono e non lo possono fare, visto che si rischia di zoppicare per qualche giorno. Mi è capitato di farlo solo a Dragowski, gamba esterna in due sedute, ha sofferto un po’: erano una tigre e un pappagallo, bellissimi e coloratissimi».

I tatuatori e le richiesta strane dei calciatori

Qualcuno vi ha chiesto un soggetto strano?

M «Non è stravagante ma a Joao Pedro ai tempi del Cagliari tatuai una Nike Jordan sul braccio, nonostante fosse sponsorizzato da Adidas. Non poté postare la foto».

R «No, alla fine i calciatori si fanno quello che vedono. Prima andavano i leoni e via, tutti leoni, adesso vanno Batman e Iron Man: nell’ultimo mese ne ho fatti quattro-cinque solo a giocatori, tra cui Zaccagni e Insigne».

Un calciatore che vi piacerebbe tatuare?

M «Quando ho incontrato il mio idolo, Ronaldo il fenomeno, che ha autografato un mio tatuaggio, mi tremavano le gambe e ho sperato che mi dicesse “tatua anche a me”, ma niente… Poi se mi chiedete chi vorrei tatuare… Posso dire l’undici dell’Inter dal portiere in su o dall’attacco in giù?».

R «Ho sempre puntato in alto, quindi dico Leo Messi. Ci sono anche andato vicino! Ho tatuato più volte Paredes e loro sono molto amici, quindi gli mandava i video su Whatsapp. Mi ha fatto i complimenti, purtroppo non abbiamo trovato l’occasione di incontrarci. Ma mai dire mai…L’obiettivo più grande comunque è tatuarne il più possibile, perché  vedere i miei tatuaggi in campo  è una sensazione meravigliosa.  In Italia-Argentina del 2022 ce ne erano una ventina…».

 

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