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Caressa: «Mourinho non ha capito che doveva cambiare la sua comunicazione»

La Roma con il modo di fare divisivo di Mourinho non è cresciuta come brand. Una proprietà americana non può accettare un dipendente che mette bocca sull’andamento economico dell’azienda.

Caressa: «Mourinho non ha capito che doveva cambiare la sua comunicazione»
Mg Cremona 28/02/2023 - campionato di calcio serie A / Cremonese-Roma / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Jose’ Mourinho

A Sky Sport si commenta l’esonero di Mourinho come tecnico della Roma e si cerca di capire i motivi

Caresssa:

«Non sono particolarmente perplesso dell’esonero di Mourinho perché si capiscono i motivi della società. Era nell’aria da tempo e prevista per giugno, è stata solo un po’ anticipata. Credo che si tratti di un discorso industriale. Quando hai una società in cui hai speso, vuoi una crescita del brand e dei risultati sportivi. In una situazione economica in cui non ti fanno fare gli stadi e in Italia non si riesce a farli, puoi agire sul potere mondiale del tuo brand.

L’errore di Mourinho

Oltre a non portare risultati, la Roma con questo modo di fare divisivo di Mourinho non è cresciuta come brand. Tutti quei litigi in mezzo al campo, i cartellini e le polemiche non possono piacere a una proprietà americana, come non può piacere un dipendente che mette bocca sull’andamento economico dell’azienda. Così i Friedkin avevano già pensato al cambio, solo che ora il cambio dell’allenatore non porta gli sconquassi che avrebbe portato qualche mese fa e in più il nome di De Rossi accontenterà i tifosi. Mourinho non ha compreso che la comunicazione che usava nel 2010, nel 2024 non va bene, perché nel 2010 non c’erano i social, era l’unico che faceva quel tipo di comunicazione, oggi lo fanno tutti. Per rimanere avanti, Mourinho avrebbe dovuto cambiare. Si è deciso di cambiare adesso perché se poi si facevano dei buoni risultati sul campo sarebbe stato più difficile cambiare».

L’opinione di Di Marzio

«Dopo la sconfitta di Genova è stato molto vicino all’esonero, non convinsero al momento i candidati e si decise di andare avanti. All’epoca fu proprio Tiago Pinto a tutelare Mourinho. In questo momento risultati e monte ingaggi della Roma non combaciano e per chi ragiona con i numeri questo è fondamentale. Non è stata solo la sconfitta di San Siro col Milan, ma una valutazione complessiva di poter ancora invertire la situazione».

 

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