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Se vai allo stadio sei considerato un potenziale criminale, se vai nei musei no (El Paìs)

Sul divieto di trasferta Champions imposto ai tifosi del Siviglia: “È una misura che cozza con la libertà di circolazione dei cittadini europei”

Se vai allo stadio sei considerato un potenziale criminale, se vai nei musei no (El Paìs)
Italian police escorts Paris Saint-Germain's supporters as they arrive at San Siro stadium in Milan prior the UEFA Champions League football match against AC Milan on November 7, 2023 (Photo by JÈrÙme RASETTI / AFP)

Il divieto di trasferta a Lens imposto dalle autorità francesi ai tifosi del Siviglia in Spagna ha provocato un bel dibattito. Non solo per la cronaca delle incazzature di società e tifosi, ma anche dal punto di vista della legittimità. Ne scrive sul Paìs Alberto Palomar Olmeda, che è professore di diritto amministrativo all’Universidad Carlos III di Madrid.

Il punto è che “l’interpretazione che gli Stati danno della tutela della pubblica sicurezza non può essere illimitata o assoluta. In altre parole: la sicurezza pubblica non copre tutto“.

Anche la decisione dei francesi “si basa su presunzioni derivate da fatti accaduti in altri momenti storici. Quindi sono i precedenti a fondare una decisione. I cittadini di questa generazione vedono la propria libertà condizionata dal comportamento delle altre generazioni. Se tutti i paesi adottassero misure simili con le stesse basi è possibile che le gare debbano svolgersi sempre a porte chiuse”.

La trasferta è un problema di diritto, spiega il professore. “La presunzione di provocare disordini per il solo fatto di essere tifoso è una misura che richiede di essere presa in considerazione con la libertà di circolazione degli europei che potrebbero recarsi in un museo ma che se pensano di andare ad una partita diventano potenziali aggressori dell’ordine pubblico.

Restano in ballo “la posizione dell’Uefa e, soprattutto, quella dell’Unione Europea, che dovrebbe verificare se l’ombrello dell’ordine pubblico copre, a questo livello, la presunzione di essere causa di alterchi”.

Annunciato domenica dal ministro dell’Interno Gérald Darmanin, il divieto di trasferta per i tifosi del Siviglia a Lens, è stato ufficializzato con un decreto prefettizio. Nelle motivazioni c’è un po’ di tutto.

“E’ vietato l’accesso allo stadio Bollaert-Delelis di Lens e dintorni a chiunque dichiari di essere tifoso del Siviglia o si comporti come tale” , c’è scritto nel decreto. Il contesto è quello della tolleranza zero nei confronti dei tifosi dopo la morte di un ultrà del Nantes il 9 dicembre. Secondo Rmc l’incontro tra Lens e Siviglia è classificato 2 su 5.

Tra le motivazioni il Prefetto ricorda vari precedenti dei tifosi del Siviglia, tra cui “i tentativi di contatto con i tifosi del Lensois” ma anche “la rissa scoppiata con quelli dell’Arsenal scoppiati dopo la partita del 25 ottobre”.

Poi ci sono scontri con i tifosi della Roma avvenuti a Budapest prima dell’inizio della finale di Europa League del 31 maggio, che hanno causato diversi feriti. Non bastasse il prefetto si dice “preoccupato anche per i legami di amicizia tra i tifosi del Siviglia e quelli del Liegi “che, vista la posta in gioco sportiva dell’incontro e la vicinanza geografica, potrebbero venire a supporto”.

Ma non basta. La partita con i tifosi spagnoli al seguito impegnerebbe troppe forze dell’ordine, che al momento sono impegnate nel contrasto “della minaccia terroristica”. E poi ci sono i migranti: “La fortissima pressione migratoria a Calais e i numerosi tentativi di traversata marittima da parte dei migranti sulla costa”.

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