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Il dilemma del calcio moderno: vince il collettivo ma lo finanziano le star (New York Times)

L’esempio è il Psg di Mbappé: la stella non può brillare senza il sistema, ma il sistema non può reggere all’ombra della stella

Il dilemma del calcio moderno: vince il collettivo ma lo finanziano le star (New York Times)
2023 archivio Image / Calcio / Paris Saint Germain / Kylian Mbappe / foto Imago/Image Sport ONLY ITALY

In questo momento, molto più che in passato, il calcio deve fare i conti con due forze contrapposte. La sua natura di sport tattico, collettivo, di squadra; e la sua dipendenza economica dalle star, l’individualismo al potere. In mezzo c’è, stritolato, l’allenatore. Ne scrive il New York Times, ricordando l’esempio di Benitez “licenziato” dall’entourage di Cristiano Ronaldo al Real Madrid, e riferendosi al caso Psg-Mbappé. Che di questa contrapposizione è l’emblema.

Il Nyt parla di “tensione intrinseca e inesorabile tra i due impulsi prioritari del calcio. Ce n’è uno, quello che si gioca sul campo, che sostiene che questo è ora decisamente un gioco da allenatore, un gioco in cui la strategia vince su tutto e i giocatori sono ingranaggi di una ruota finemente sintonizzata, ciascuno seguendo istruzioni intricate ed esaurienti su dove posizionarsi, e cosa fare. In questa visione, tutto è subordinato alla grande visione elaborata a margine e nell’ufficio dell’analista di dati. E ce n’è un altro – quello che è radicato in una certa misura nell’economia tradizionale dello sport ma è stato esagerato dalla natura devozionale del fandom nell’era digitale – che pone le singole stelle al centro e davanti di un club. Questa teoria ha dato a queste stelle un peso e una forza maggiore rispetto alle istituzioni che le creano e le pagano”.

Il Nyt lo sa che “gli allenatori sono sempre stati costretti a bilanciare i bisogni della squadra con i desideri dell’individuo, ma non è mai stato un fenomeno così pronunciato come lo è ora, le forze gemelle non sono mai state così repellenti. Il sistema può essere il centro dell’universo, ma le stelle esercitano la loro gravità”.

“Il Psg è alle prese con questa equazione da qualche tempo. Le cose sono migliorate dopo Messi e Neymar, ma Mbappé resta: un talento meraviglioso, edificante, insostituibile, ma pur sempre un’entità che in qualche modo rimane distinta dalla squadra stessa. L’etica di Luis Enrique è, come quella di tutti gli allenatori moderni, basata sul collettivismo, la complessa interazione di 11 componenti individuali. A volte, soprattutto in Champions League ha l’aria di una macchina che balbetta per trovare un ingranaggio. In sostanza, è preso in trappola. La visione di Luis Enrique non può prendere piede se Mbappé fa un’eccezione. Mbappé non può essere eccezionale se deve passare tutto il suo tempo a seguire diligentemente i suoi avversari. La stella non può brillare senza il sistema, ma il sistema non può reggere all’ombra della stella”.

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