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Tare: «Per la Lazio ho rischiato la vita, i medici mi suggerirono di allontanarmi»

Sul CorSport: «Ho avuto grossi problemi di salute. Sono il pregio di Lotito, ma anche il maggior difetto. Sarri non è mai stato un problema»

Tare: «Per la Lazio ho rischiato la vita, i medici mi suggerirono di allontanarmi»
Db Torino 20/08/2022 - campionato di calcio serie A / Torino-Lazio / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Igli Tare

Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, continua le sue interviste esclusive con i personaggi che hanno caratterizzato il calcio recente. Questa mattina il quotidiano sportivo propone la chiacchierata con il vecchio direttore sportivo della Lazio, Igli Tare:

«Ho il rimpianto di non avere avuto, quando giocavo, la testa del manager, quella che fa capire tanto di più e, soprattutto, mostra le cose che ti sei perduto… Lotito è una grande mente, ha una determinazione e una forza di volontà pazzesche. Sono il suo pregio, ma anche il maggior difetto. Alla Lazio ho dato tutto me stesso, per lei ho addirittura rischiato la vita».

Tare non lo dice tanto per dire:
«Ho avuto grossi problemi di salute, anni fa. I medici mi suggerirono di allontanarmi, di pensare a me stesso e a salvare la pelle. Niente, non sono mai uscito, non ho mai voluto staccare. Per fortuna tutto si è risolto nel migliore dei modi, la società mi è stata vicina».

Addio alla Lazio per volere di chi? Di Tare o di Lotito?
«Mia, di Lotito, che importa? Hanno detto che mi aveva mandato via, bugie. Io ho preso la decisione e lui l’ha condivisa».

E con Sarri?
«Niente di più falso. Sarri non è mai stato un problema, ma una soluzione. Il suo carattere non era una
novità. Mi ero informato prima di prenderlo, sapevo tanto e volevo che fosse lui ad allenare la Lazio. Prima della penultima partita dello scorso campionato, a Empoli, volle parlarmi. Siamo stati insieme tre, quattro ore. Ha usato parole di miele, di cuore, spero, mi ha riconosciuto un sacco di meriti».

Una battuta anche su Immobile:
«Quando stabilì il record di gol, gli dissi “Ciro, ti renderai conto di quello che hai fatto soltanto quando tutto sarà fi nito”. Lui è il più grande cannoniere della storia della Lazio. La sua umiltà è forza e insieme debolezza. Ha bisogno di sentire quotidianamente la fiducia di chi gli sta intorno. Qualche anno fa visse un periodo simile, io lo caricavo con una battuta, sempre la stessa: “chiama Ciro e manda a casa suo cugino”. Il centravanti della Lazio è un ruolo pesante, ma ho una stima illimitata nei suoi confronti, solo la sua onestà gli farà capire quando sarà il momento di chiudere».

In diciotto anni quante volte sei stato vicino ad andartene? Tare:
«Sono state più le litigate che i momenti di pace. Ma lui (Lotito, ndr) ha una forza straordinaria, dimentica nel giro di dieci minuti».

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