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Sinner ha perso ma a Torino è entrato nell’eccellenza (e ora dovrà rimanerci)

In due giorni Djokovic ha battuto in due set Alcaraz e l’italiano. Jannik, non piegandosi al biscotto, ci ha regalato sport e un super Nole

Sinner ha perso ma a Torino è entrato nell’eccellenza (e ora dovrà rimanerci)
Italy's Jannik Sinner reacts as he plays against Russia's Daniil Medvedev during their final men's singles match of the Erste Bank Open tennis tournament in Vienna on October 29, 2023. Sinner won the match 7-6 (9/7), 4-6, 6-3. (Photo by Eva MANHART / APA / AFP) / Austria OUT

Ha vinto Djokovic. Ha vinto perché è ancora il più forte. Perché è un tennista e un agonista lontano dall’ordinario. Una schiacciasassi innanzitutto mentale. Un signore che a 36 anni e mezzo in due giorni ha rifilato due sonore sconfitte al meglio che oggi il tennis mondiale è in grado di offrire: Alcaraz e Sinner (6-3 6-2 allo spagnolo; 6-3 6-3 all’italiano). In settimana aveva perso da Sinner ma una cosa sono i round robin, un’altra le finali.

Chi conosce il tennis, aveva pochi dubbi. Djokovic aveva scaldato i motori e ieri sera si è visto nella semifinale contro lo spagnolo. Il popolo dei calciofili avrebbe ovviamente voluto che Sinner lo accompagnasse alla porta delle Atp Finals facendo il biscotto, ossia facendosi battere da Rune. Sinner non ci ha neanche pensato. E bene ha fatto. Come scritto, si cresce battendo Rune anche con un dolore alla schiena, si supera Medvedev in semifinale e si va in finale, perdendo, contro una leggenda dello sport mondiale. Perdendo sì ma Sinner ha sempre provato a offrire il meglio di sé, almeno il meglio di sé oggi. Non ha certamente giocato una partita memorabile, è arrivato alla finale sfiancato da una settimana tremendamente impegnativa dal punto di vista agonistico ed emotivo.

Sinner è entrato in queste Atp Finals col solito abito di tennista dall’eccellente futuro e ne è uscito come papabile alla poltrona di numero uno del mondo. In pochi giorni è come se fosse cresciuto di anni. Perché succede così. Lavori lavori lavori, i risultati non sono all’altezza del tuo impegno e poi finalmente ogni pedina va al suo posto e in partita ti comporti proprio nel modo che hai studiato e sudato per anni.

Sinner avrebbe sporcato questa splendida settimana con l’ignominia del biscotto. Non stiamo nemmeno a soffermarci sul fatto che sia stato il primo italiano a giocare la finale del Masters. Tanto di primati nazionali Sinner ne batterà molti. Quella di stasera è certamente una sconfitta. Ma lui da questa settimana esce come un trionfatore. È stata la settimana del definitivo passaggio all’età adulta. E ora deve imparare a vivere sempre in questo universo dell’eccellenza. È entrato in un’altra dimensione. Tennistica. Professionale. Umana.

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