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Sinner è italiano, sono i luoghi comuni che rendono mediocre il nostro Paese (Corsport)

Sul Corsport. Mammoni, bamboccioni, un continuo storytelling automortificante. L’Italia è anche fatica, perseveranza, serietà. Basta spaghetti e maccaroni

Sinner è italiano, sono i luoghi comuni che rendono mediocre il nostro Paese (Corsport)
Italy's Jannik Sinner celebrates after winning the semi-final match against Russia's Daniil Medvedev at the ATP Finals tennis tournament in Turin on November 18, 2023. (Photo by Tiziana FABI / AFP)

Sinner è italiano, sono i luoghi comuni che rendono mediocre il nostro Paese (Corsport)

Ecco stralci del commento di Massimiliani Gallo per il Corriere dello Sport

Jannik Sinner è italiano. Andrebbe ripetuto in coro, come un mantra. Perché sono i luoghi comuni che affondano silenziosamente l’Italia, col nostro compiacimento. Sorridiamo mentre ci scaviamo la fossa. I luoghi comuni andrebbero estirpati e poi accatastati per un bel falò. Sinner è italiano. Altoatesino, quindi italiano. Sinner è talento ma soprattutto abnegazione, programmazione, propensione ai sacrifici. Quelli che sopporta da tempo, da quando ha puntato su sé stesso per diventare un campione di tennis.

È italiano il giovane che un paio d’anni fa anni fa raccontò: «Quando perdevo e chiamavo mamma per lamentarmi, mi rispondeva “devo lavorare”». È italiano il ventenne (oggi ne ha ventidue) che prese la sofferta decisione di separarsi dalla sua storica guida (Riccardo Piatti) per lasciare la comfort zone, nuotare in mare aperto e provare a guardare in faccia i propri limiti. E superarli. L’Italia del luogo comune si dava di gomito e sorrideva quando Jannik annaspava e veniva precocemente eliminato in qualche torneo. Lui perseverò. Capì che avrebbe dovuto migliorare. Altrimenti non ce l’avrebbe mai fatta ad arrivare tra i grandi del tennis.

Siamo noi italiani che ci ostiniamo a raccontarci come mammoni, bamboccioni. E quasi ci infastidiamo quando la realtà ci smentisce. Ci sentiamo uniti dalla mediocrità. La alimentiamo. Come, per fare un esempio, quando ci appaga riempirci la bocca di Donnarumma ha sbagliato ad andare al Psg perché ha perso l’aria di casa. Bello di mamma. Ecco, è giunto il momento di ribellarsi allo sciocchezzaio. A questa narrazione che si crogiola nella rassegnazione. Non è la realtà. Sinner è italiano. Come lo è Bagnaia altro atipico nello storytelling nazionale.

Nella nostra narrazione auto-mortificante, Sinner è stato subito etichettato come il diverso, l’eccezione. È altoatesino. È rosso. Non fa testo.

E invece no. Sinner è l’Italia. Noi siamo la fatica. La perseveranza. La serietà. Basta “spaghetti e maccaroni”, non se ne può più. Noi vinciamo 6-1 al terzo set. Perché siamo più forti. Nel braccio ma soprattutto nella testa.

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