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Montella: «La Turchia mi ha accolto dopo che il calcio italiano mi ha voltato le spalle»

A Sportweek: «Mi è spiaciuto passare per freddo e presuntuoso. La sete di rivincita è una cosa sana, ma non ho rancori, rimpianti o nostalgie»

Montella: «La Turchia mi ha accolto dopo che il calcio italiano mi ha voltato le spalle»
Db Firenze 27/10/2019 - campionato di calcio serie A / Fiorentina-Lazio / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Vincenzo Montella

Vincenzo Montella intervistato da Sportweek. Il ct della Turchia ha conquistato già il pass per Euro 2024 e nel frattempo ha pure conquistato gli occhi e i cuori dei tifosi turchi.

«Farò di tutto per dare soddisfazione a un popolo che mi ha accolto con affetto e stima. La Turchia prima ha regalato una nuova fase della carriera permettendomi di voltare pagina dopo un periodo non semplice in cui, in assenza di risultati per una serie di colpa non solo mie, il calcio italiano mi aveva un po’ girato le spalle».

Ciò che hanno fatto più male a Montella sono le etichette:
«Mi è spiaciuto passare per freddo e presuntuoso. Quando nel calcio ti appiccicano addosso un’etichetta, fatichi a toglierla. Detesto il vittimismo ma non lo trovo giusto».

Sulla Turchia:
«Sento l’onore e la responsabilità di rappresentare un Paese che non è il mio e un popolo che ho imparato a conoscere e apprezzare in un momento tragico. Il terremoto ha causato oltre 40mila morti e decine di migliaia di feriti».

Montella su Spalletti:
«Ci siamo mandati dei messaggi. Spalletti l’ho avuto come tecnico, è sempre stato il mio preferito. Un top coach che mi auguro da italiano porti la Nazionale agli Europei. Sarebbe bello organizzare un’amichevole Italia-Turchia a marzo».

Tecnici e ct non incidono, è davvero così?
«Non sono d’accordo. Il tecnico è importante. Organizzazione, gioco, idee, mentalità, atteggiamento, regole, tattica, studio degli avversari, coesione nello spogliatoio. Un allenatore ha tanti compiti, che nel calcio di oggi necessitano di una dedizione piena, totale».

Voglia di rivincita?
«La sete di rivincita è una cosa sana, ma non ho rancori, rimpianti o nostalgie. Solo tanta energie, obiettivi da raggiungere e altri sogni da realizzare. Un giorno tornerà a lavorare in Italia, ma ora sono totalmente calcato in questa avventura meravigliosa e voglio godermela fino in fondo».

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