Mazzarri deve far giocare il Napoli a testa alta verso la porta avversaria (Corsport)

Secondo Barbano "un palleggio difensivo artigianale sacrifica troppo il centrocampo e di conseguenza anche gli attaccanti come Kvara e Osimhen"

De Laurentiis Mazzarri Napoli

Torino's Italian coach Walter Mazzarri gestures during the Italian Serie A football match SSC Napoli vs Torino FC at the San Paolo Stadium. Carlo Hermann / Kontrolab

Alessandro Barbano sul Corriere dello Sport analizza la vittoria di ieri pomeriggio contro l’Atalanta a Bergamo parla di “qualcosa di nuovo nella testa del Napoli” e spiega che non è tanto da ricercarsi nella vittoria, ma quanto nel fatto che “ciascuno torna a giocare per gli altri” con l’arrivo di Mazzarri

“Mazzarri vuol dire già coraggio, solidarietà, empatia, dopo una fase di maledetto solipsismo”

Il Napoli non è guarito, di certo non si è rivista la grande bellezza del gioco di Spalletti, ma la partita contro l’Atalanta segna sicuramente una sveglia.

Il Napoli funziona contro l’Atalanta, sopratutto perché c’è l’unità e la voglia di giocare tutti uniti, ma qualcosa in mezzo ancora non funziona

“Îl centrocampo paga un palleggio difensivo artigianale, che impone ai centrocampisti di arretrare più del dovuto e costringe gli attaccanti a ricevere palla troppe volte spalle alla porta. Questo equilibrio rischia di diventare, contro avversari forti, una subalternità che penalizza il potenziale di attaccanti come Kvara e Osimhen. Il compito principale di Mazzarri sarà questo: aiutare il Napoli a giocare a testa alta con lo sguardo verso la porta avversaria. postura tattica nella quale questa squadra è quasi imbattibile”

Walter Potter e l’altrui costruzione dal basso: il Napoli vince a Bergamo 2-1 e cambia verso

Benedetta la costruzione dal basso, soprattutto se la fanno gli altri. Viva i portieri che avviano il gioco con i piedi. È così che il Napoli di Mazzarri comincia con una vittoria il proprio cammino. Carnesecchi che rinvia male, anche per il pressing di Osimhen, il pallone arriva a Cajuste che la appoggia a Victor. Osimhen è pronto ad appoggiare il pallone a Elmas che solo davanti al portiere, segna. È il minuto 80. Il segnale che qualcosa è cambiato, quantomeno sotto forma di fortuna. Che non è poco. Vincere a Bergamo modifica la prospettiva del Napoli e del suo nuovo allenatore. Regala sicurezze dimenticate che serviranno eccome nelle prossime partite.

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