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Pagelle – È il Napoli degli ultimi e dei bistrattati, De Laurentiis faccia l’artificiere con la bomba Osimhen

È la serata di Natan, Ostigard, Zielinski, di quelli di cui abbiamo sempre dubitato. “Tradisce” Di Lorenzo, facciamo pace con Garcia

Pagelle – È il Napoli degli ultimi e dei bistrattati, De Laurentiis faccia l’artificiere con la bomba Osimhen
Ci Napoli 03/10/2023 - Champions League / Napoli-Real Madrid / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: delusione Leo Skiri Ostigard-Natan

Le pagelle di Napoli-Real Madrid 2-3 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.

MERET. Processarlo, Ilaria, per il terzo gol dei blancos stasera vestiti di nero è un gesto crudele. Quella di Valverde era una cagliosa di inaudita potenza e bellezza. Poi, certo, Santa Traversa poteva aiutare il povero Meret e non il madridista, ma il calcio è anche ciorta. E’ andata così, basta. Sempre che non lo si accusi di non aver respinto quella pelota alla velocità della luce, anziché mancarla. Suvvia – 6

Si oppone al tiro ravvicinato di Rodrygo quando sono passati solo 5 minuti dal fischio di inizio e di nuovo a quello di Vinicius al 75′. Poi ci si mette di mezzo la sfortuna, aggravata dal fatto che quello di Valverde fosse il gol decisivo – 5,5

DI LORENZO. Quel gigantesco strafalcione che fa da “Apriti Sesamo” alla prima rete dei blancos neri è figlio di una certa supponenza nonché di un’evidente superficialità, come se di fronte – l’esempio me lo ha fatto l’amico Gianni Cicero, nostro lettore – avessimo ancora il Lecce e non il Real Madrid. Fa male dare un’insufficienza all’eroico Eurocapitano, ma la colpa è massima – 5

Impazzisce e regala gol. In una partita che stavamo tra l’altro giocando con enorme personalità. La supponenza si paga sempre, soprattutto se la tiri fuori contro il Real e non contro il Lecce, restando al tuo esempio. E dal capitano non te l’aspetti. Per questo va punita, così da imprimerla nella memoria – 4,5  

NATAN. L’incipit è orrifico quando lì a sinistra Rodrygo lo pianta in asso come un mammalucco e crea la prima occasione per il Real. Invece il palindromo brazileiro non si avvilisce e reagisce con una buona personalità. Perdipiù il suo colpo di spalla che finisce sulla traversa avversaria propizia la cabeza del vichingo collega centrale. Temevamo tutti l’esame di spagnolo per Natan e ora possiamo dire che l’ha superato – 6,5

E’ il Napoli degli “ultimi”, dei bistrattati, dei “ce la farà mai?”, dei “non diventerà mai un campione, è inutile, non crescerà mai, meglio che se ne vada in Arabia” o dei “se sta in panchina un motivo ci sarà”, dei “lo vedremo mai in campo? Sarà un bidone sicuro”. Natan, Ostigard (che ha segnato un gran gol e che sta giocando quanto e come non ha mai giocato da quando ha messo piede a Napoli), Zielinski, che è così presente, vivace e pericoloso che quando esce dal campo perché sostituito pensi: adesso c’è il rischio che non ci sia più chi illumini il gioco. Natan ci ha messo un attimo a dimostrare che non è un bidone. Lo ha fatto nella sua prima partita, spazzando col sorriso tutto quello che gli capitava a tiro e dava anche lontanamente l’idea di essere pericoloso, poi ha continuato costruendo con serenità dal basso e lavorando con intelligenza. Ieri, a parte qualche piccola difficoltà – ma si trattava pur sempre di Champions e di Real Madrid – mi è piaciuto moltissimo. Tosto e lucido – 7

OSTIGARD. Ostimhen o Ostigard, Ilaria? Segna e nel forcing finale fa di nuovo l’attaccante, provandoci fino all’ultimo secondo. Che carattere! Sul gol del magnifico Bellingham possiamo dirgli qualcosa? Francamente no – 6,5

Uno degli ultimi di cui al giudizio su Natan. Si merita il gol, tra l’altro bellissimo, la felicità e l’urlo del Maradona. Bellingham è un mostro, no, non possiamo dirgli nulla – 7

OLIVEIRA. Si è ormai capito che per l’uruguagio Mati le discese ardite non sono la priorità. Primum defende, deinde ecc. ecc. Soprattutto se dalle sue parti si aggira uno squalo blanco di nome Rodrygo – 6

La scelta di tenerlo più arretrato e bloccato probabilmente è di Garcia, per garantire maggiore solidità alla difesa. Da un lato è un peccato, si intristisce un po’, dall’altro, però, funziona – 6

MARIO RUI dall’88’. Il tempo di fare qualche cross – senza voto

Senza voto.

ANGUISSA. Ecco, Ilaria, ritorno all’esempio del Lecce testè citato. Per intenderci: ci sono fasi in cui il maestro dell’ovunquismo straripa al solito tra giocate e interdizioni. Poi però soffre di brevi amnesie: solo che contro il Real questi vuoti improvvisi (pause?) li sconti senza pietà, come nel caso del secondo gol di Bellingham. Insomma è discontinuo nella giusta applicazione – 5,5

Anguissa è lo stesso giocatore che riesce a scippare palla in modo chirurgico a Vinicius e Rodrygo rendendoli quasi dei giocatori banali e poi dimentica che esiste la possibilità del fallo tattico per fermare Bellingham quando necessario, cosa che invece Natan ha compreso benissimo. E’ uno spreco – 5

SIMEONE dall’88’. Senza voto

Senza voto.

LOBOTKA. Nella terra di mezzo Robotka è l’unico a non concedersi il lusso di vuoti, pause e amnesie. Il Real tiene di più la palla e lui deve fare lo stakanovista resistente tra centro e difesa. Indi quando la pelota è azzurra tenta di dare il ritmo ed evitare che il forcing diventi periglioso caos – 6,5

Un po’ in ombra nel primo tempo, ma nel secondo si fa carico di qualsiasi tipo di difficoltà e smista palle che è una bellezza. Forse anche lui, su Bellingham, avrebbe potuto fare di più – 6

CAJUSTE dall’88’. Senza voto

Senza voto.

ZIELINSKI. Rispetto all’ovunquista Zambo, i suoi down sono i soliti due o tre passaggi che sbaglia e che sono il lato oscuro delle strepitose giocate iniziate già al 3’. Precisato questo, il Senatore Piotr è senza dubbio tra i migliori in campo: ancora una volta segna un gravoso rigore con l’aiuto di San Palo e cinque minuti dopo, servito dal Che Kvara, spara un tiro da fuori che poteva essere il tre a due – 7

Palo interno e gol e che bello quel sorriso. Chissà che nell’aver preso la decisione di non partire per l’Arabia il nostro Piotr non abbia conquistato finalmente la serenità e la consapevolezza, dopo essere stato schiacciato per anni nel vorrei ma non posso – 7,5

RASPADORI dal 74’. Giacomino sfortunato: entra in campo e il Real trova il vantaggio definitivo – senza voto

Senza voto.

POLITANO. Stasera i suoi ghirigori sono efficaci, e sovente provocano forti giramenti di capo a Camavinga, altro superbo talento del Real di Re Carlo. La sintesi perfetta di Na-Politano è quel cross pittato sulla testa di Maschera nera al 38’ – 7

Il migliore in campo, finché ce la fa. Esce stremato, una partita quasi perfetta – 7,5

ELMAS dal 69’. Bello rivederlo. Il Macedone del Nord assicura un apporto fresco e vigoroso – 6

Forse non così vigoroso e fresco come avrebbe potuto. Tra l’altro regala palla agli avversari, poi ci mette una pezza con Anguissa e Zielinski, per fortuna – 5,5

OSIMHEN. Victor Victoria si adegua con pazienza e intelligenza a una partita di attesa piantonato a vista da Rudiger e Nacho. Sarà stato, allora, pure troppo isolato, Ilaria, ma il rigore è merito suo. E non dimentichiamo l’incredibile cabeza al 38’ quando sale in cielo a prendere la palla sul traversone politaniano accennato dianzi. Detto a posteriori, avrebbe potuto angolare meglio la traiettoria ma Kepa comunque fa un paratone – 6,5

Troppo in ombra e a volte impreciso. Se non fosse per il rigore il voto, per me, non avrebbe raggiunto la sufficienza. Si fa bloccare da Rudiger, non certo il migliore del Real – 6

KVARATSKHELIA. Il Che Kvara stasera usa testa e talento per non sfigurare troppo al cospetto di due mostri fenomenali come Bellingham e Vinicius, irraggiungibili. Il risultato sono dribbling, assist e tiri fino al 70’ abbondante – 7

Vivace e propositivo, ma si concede troppi giochetti nel secondo tempo. Manca di precisione e concretezza – 6

GARCIA. Prendiamo atto con somma gioia, Ilaria, che la partita di stasera è l’importante sigillo alla restaurazione avviata dopo Bologna. Ecco, facciamo pace con il franco Rudi, di famiglia andalusa (la mia regione ispanica prediletta), e non ci impicchiamo più alle definizioni come autogestione et similia: illuminati da Garcia stesso abbiamo scoperto che il Violinista è il reggente di un’esarchia alias consiglio dei saggi composta da Meret, Giovannino Gesù, Mario Rui, Zambo, il Senatore Piotr e Na-Politano. L’importante è che si parlino e non si calino più rivoluzioni o costituzioni tattiche dall’alto (le cosidette carte ottriate). Perdipiù il Napoli visto stasera può battere chiunque nel campionato italiano. Questo tra campo e spogliatoio. Poi c’è la variabile impazzita dell’Imperatore-presidente: il rischio è che il tormentone del contratto di Osimhen (la ciccia vera dello scontro in atto) diventi una bomba a tempo. Faccia l’artificiere una tantum, DeLa, e non il dittatore descritto da Reina – 7

A parte disattenzioni e attimi di supponenza imputabili soltanto ai giocatori in campo, ha preparato la partita in modo perfetto. Garcia non può essere accusato di nulla per il risultato di ieri: il Napoli sta ritrovando se stesso. Se si era smarrito la colpa non è certo del francese – 7

ARBITRO TURPIN (FRANCIA). Bravo nel fermarsi in occasione del penalty – 6

Maradona. Un urlo da brividi e applausi spontanei al fischio finale, splendido – 10

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