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De Laurentiis allenatore di sostegno per Garcia (Corbo)

Su Repubblica Napoli. L’involontario dono di Spalletti che ha ripresentato al Napoli Raspadori nella sua corretta identità tattica: quella di centravanti

De Laurentiis allenatore di sostegno per Garcia (Corbo)
Napoli 19/06/2023 - conferenza stampa presentazione nuovo allenatore Napoli Rudi Garcia / foto Imago/Image Sport nella foto: Rudi Garcia-Aurelio De Laurentiis-Sylvain Bellenger ONLY ITALY

L’importanza di De Laurentiis l’allenatore “di sostegno”: è il titolo dell’analisi di Antonio Corbo per l’edizione napoletana di Repubblica.

Solo Garcia e forse il suo presidente di sostegno sapevano di avere in valigia la password segreta. Insistere su Raspadori, benché affaticato dalla Nazionale. Ma è stato un involontario dono di Spalletti che l’ha ripresentato al Napoli nella sua corretta identità tattica. Giusto si è rivelato far attendere Simeone in panchina per un’ora abbondante, altrettanto ispirato Garcia nel trattenere Olivera per preferigli Mario Rui. Proprio lui offre a Kvaratskelia l’idea di esaltarsi in quelle sue artificiose incursioni per servire Raspadori e schiodare la partita. Fine della noia. Noia perché il Napoli all’inizio si è sdraiato per troppo tempo sulle sue illusioni.
Difesa intanto ha ritrovato con il passare dei minuti nella ripresa il migliore Rrhamani e un finalmente riconoscibile Natan.
Chi l’avrebbe detto? Il Napoli sonnolento, superficiale, scontato nei movimenti del primo tempo è come rigenerato. Ha capito che nel calcio non esistono le favole, l’Union Berlino per scadente che sia può anche tentare una dignitosa resistenza. Ha esitato a dimenticare Verona, vittoria comoda. Non deve fare altrettanto ora, in attesa del Milan. Ha giocatori di qualità, certo. Se ne lascia illuminare. Ma ha tardato a mettersi in moto.

Rivedremo il miglior De Laurentiis accanto al Napoli anche in questa vigilia che vale il rientro nel giro scudetto?

A questa incompiutezza tattica si aggiungono limiti strutturali, frutto di una campagna acquisti inadeguata al rafforzamento. Né Natan, né Cajuste sono giocatori adatti a una squadra che l’anno scorso ha fatto cento punti in serie A. Il brasiliano è ordinato, tatticamente accorto, tecnicamente dotato, ma drammaticamente lento nei riflessi. Di fronte all’attaccante che lo punta e gli sposta la palla, non ha quasi mai la rapidità capace per opporre la sua gamba al tiro. In una difesa a 3 può beneficiare del raddoppio degli esterni e degli spazi più stretti, in una difesa a 4 con due centrali, come quella del Napoli, Natan mostra i suoi limiti.

Il francese (qui è un errore, Cajuste è svedese, ndr) non è neanche l’ombra di Ndombele, per inconsistenza agonistica e incompiutezza tattica. È un giocatore interessante, non un rincalzo di lusso. Il mercato non è lontano e la stagione non è perduta. Anzi, dopo questa vittoria, la qualificazione agli ottavi è più vicina. Ma il Napoli ha bisogno di rinforzi e di ritrovare il gioco, il gruppo, la voglia perduti. Altrimenti si va a sbattere.

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