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Quando la metropolitana Napoli bocciò i disegni di Andrea Pazienza

Oggi viviamo in una città col monopolio dei murales e col logo delle Quattro Giornate che sembra più un auspicio per il quarto scudetto del Napoli

Quando la metropolitana Napoli bocciò i disegni di Andrea Pazienza

Davvero interessante l’articolo nella pagina Cultura de Il Mattino (26/9/2023) firmato da Ugo Cundari dal titolo “Quando la Metropolitana bocciò la campagna firmata Pazienza”. Questo autore, scomparso a soli 38 anni per overdose, fu tra i simboli della cultura underground degli anni Settanta. Definito il “Mozart del fumetto”, dalla sua matita sono usciti fumetti provocatori e personaggi mitici come Pentothal e Zanardi.

Proprio traendo spunto dalla pubblicazione del libro “Andrea Pazienza a Napoli” (Valtrend, pagine 22, euro 18), a cura di Mario Marotta e Ciro Greco, il giornalista racconta una storia “alla Nolan” che trasporta la città avanti e indietro nel tempo.

Un viaggio che comincia sul finire degli anni Ottanta, quando il management della Metropolitana di Napoli “soffre” il malcontento popolare per i ritardi nella costruzione della Linea 1. Di fronte al malcontento e al prolungarsi sine die dell’attesa di un treno che collegasse il Vomero con il centro cittadino, la società costruttrice decide di commissionare una campagna promozionale per alleggerire la situazione. Così viene scelto proprio il talento deflagrante e “sotterraneo” di Andrea Pazienza, che disegna vignette satiriche raffiguranti una talpa e operai al lavoro nelle gallerie che fanno battute in dialetto. Le opere non piacquero ai manager e così non se ne fece nulla. Non è stata la prima né sarà l’ultima volta che il genio viene bocciato o incompreso. Poco male, la storia dell’arte è piena di capolavori considerati bidoni e di bidoni spacciati per capolavori. Quello che invece oggi colpisce nel “viaggio nel tempo” è la Santa Pazienza nella reazione pregna di rassegnazione dei cittadini all’attesa delle opere pubbliche e nell’atteggiamento stracolmo di mecenatismo dei soggetti pubblici di fronte alle opere degli artisti locali.

Non è questo il luogo per denunciare il monopolio dei murales sfregiati sui muri dell’area metropolitana, ma una critica all’opera scelta per rappresentare le celebrazioni dell’ottantesimo anniversario delle Quattro Giornate di Napoli voglio sommessamente farla. L’autore ha disegnato un 4 che esce dal Vesuvio. Che dire? Dovesse vincere lo scudetto il Napoli di Garcia, si potrebbe sempre riciclare.

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