L’Union Berlin giocava in uno stadio fatto di muffa, oggi affrontano Real e Napoli (LaFaz)

I berlinesi sono una realtà ribelle che da tempo oppone una dura resistenza dopo un decennio di monocultura bavarese

bonucci Union Berlin

Dall'account Twitter dell'Union Berlino

L’Union Berlin ha una storia complessa che nasce da una sola città: Köpenick. La Faz riunisce i ricordi e gli intrecci più importanti che hanno portato questo club sotto gli occhi del mondo intero:

“Alla fine dell’estate del 2005, un’ombra si abbatteva sul quartiere berlinese di Köpenick: la squadra di calcio locale numero uno, la FC Union, è retrocessa in quarta divisione. Nel mentre, la FC Anker Wismar e la FV Motor Eberswalde stavano aspettando. Lo stadio dell’Alte Försterei (dove ora gioca l’Union Berlin, ndr) era in uno stato simile a quello del club. La muffa prosperava nelle docce e le terapie per i giocatori malati si svolgevano su una cuccetta in un capannone”.

Si tratta di una squadra particolare, che negli anni ha trovato un sistema di gioco e di crescita funzionale al suo organico. Per molti la squadra potrebbe durare poco, complice il pregiudizio che Bayern e Borussia siano all’apice da generazioni, ma per altri la Union Berlin non può essere copiata o smantellata in poco tempo.

“L’Union difficilmente può essere copiata  perché il club, come il Friburgo, ha trovato un sistema del tutto diverso da quello dei suoi concorrenti e forse non funzionerebbe in altre sedi perché è adattato a determinate persone. Il manager Urs Fischer è alla sua sesta stagione, così come Oliver Ruhnert come capo allenatore. Il presidente Dirk Zingler è in carica da quasi due decenni”.

La Union Berlin è una squadre che, dopo l’esordio in campionato, arrivando undicesima, si è sempre piazzata tra le migliori del campionato tedesco.

“Una delle domande che tutti si fanno sulla Union Berlin è quando finirà l’impennata. I berlinesi non sono una forza consolidata nel calcio tedesco, come Bayern o Borussia, ma piuttosto una ribelle che da tempo oppone una dura resistenza. Dopo un decennio di monocultura bavarese, per una filosofia pessimistica, la spinta delle piccole prima o poi dovrà esaurirsi. Dopo la quarta posizione raggiunta, sembrava proprio che la squadra fosse su un limite”.

Così, sebbene tutti fossero convinti che la Union Berlin fosse già finita, ecco che arriva una risposta:

“La reazione dell’Union non si è fatta attendere: due vittorie per 4-1 contro Mainz e Darmstadt, primo posto in classifica con 8:2 di differenza reti”.

Sembra infatti che le generazioni calcistiche stiano cambiando, perché mentre la Union Berlin è pronta a giocare la Champions, i rivali più popolari dell’Hertha Berlino si trovano in serie B.

“Il trasferimento della fase a gironi dall’Alte Försterei all’Olympiastadion, sede dell’Hertha BSC, dimostra quanto siano serie le questioni finanziarie. La capacità è tre volte maggiore, il che significa entrate tre volte maggiori. Vantaggio di casa o no. Per poter rendere più difficili tali decisioni in futuro, la vecchia casa del guardaboschi verrà ampliata. L’obiettivo è aumentare la capacità da circa 22.000 a 37.000 posti. Ciò dovrebbe tenere conto anche della crescita del numero dei membri. Dieci anni fa la FC Union contava 11.314 membri. Attualmente sono 56.312”.

Fischer e Ruhnert stanno guidando una squadra e una società verso i primi successi. Per la Faz il loro lavoro è meticoloso, preciso, efficace e funzionale alla realtà che vivono. Per esempio, sebbene sia normale per gli allenatori mantenere sempre la stessa spina dorsale della formazione, conservando un minimo di struttura, lo stesso non vale per il tecnico e il capo allenatore. Il gruppo lavora insieme e devono favorire l’ingresso di nuovi arrivati come Gosens e Bonucci, così da integrarsi subito e permettere una gestione migliore della formazione.

Potremmo essere davanti una nuova squadra della Germania.

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