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La Juve offrì a Bonucci la partita di addio contro il Milan, l’ultima in casa, ma lui rifiutò (Zazzaroni)

Sul CorSport. Le verità raccolte a Torino sono diverse. Allegri gli permise di disputare la partita numero 500 e di essere convocato da Mancini

La Juve offrì a Bonucci la partita di addio contro il Milan, l’ultima in casa, ma lui rifiutò (Zazzaroni)
Mg Milano 12/01/2022 - Supercoppa Italiana / Inter-Juventus / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Leonardo Bonucci-Massimiliano Allegri

La Juve offrì a Bonucci la possibilità di salutare pubblico e compagni contro il Milan, nell’ultima partita in casa della scorsa stagione, ma il difensore ha detto no. Lo racconta, sul Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni, che scrive di Leonardo Bonucci e delle sue accuse ad Allegri e alla Juventus, nell’intervista rilasciata dall’ex difensore bianconero a Mediaset.

“La partita di addio di Bonucci alla Juve si giocherà in tribunale. Come un divorzio qualunque, ed è questo l’aspetto più triste. Dodici anni insieme – tra molti alti, qualche basso e alcuni bassissimi – si chiudono nel peggiore dei modi. Davanti a un arbitro seduto”.

Zazzaroni racconta verità diverse da quelle sciorinate da Bonucci. Verità raccolte a Torino.

“Da Torino avevo raccolto nel tempo altre verità, ognuno ha le proprie: la prima è che la società chiese a Leonardo se volesse salutare tifosi e compagni in occasione di Juve-Milan, l’ultima in casa, ma il giocatore si rifiutò di farlo, perché convinto di restare, immagino. Tra amore e ostinazione. La seconda, che Allegri gli permise di disputare la partita numero 500 e di venire convocato da Mancini dopo l’ultima della scorsa stagione, il 4 giugno: un membro dello staff dell’ex ct gli aveva infatti spiegato che se Leo non avesse giocato a Udine non sarebbe stato chiamato e il tecnico, proprio per consentirgli di non perdere l’azzurro, lo mandò in campo dal primo minuto”.

Zazzaroni scrive anche della parentesi di Bonucci al Milan, nel 2017, passaggio che i tifosi bianconeri non hanno mai perdonato all’ex Juventus.

“Mi risulta che non fu lui a chiedere di andar via, ma la società che aveva bisogno di fare plusvalenza. Inoltre Leo non risultava più in cima alle preferenze di Allegri. L’agente del giocatore, Lucci, creò perciò le condizioni per il passaggio in rossonero e infine convinse il suo assistito che fino al giorno prima aveva sognato la fascia di capitano di Buffon. Esattamente un anno dopo la Juve lo riportò a Torino”.

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