Il ricorso della Juventus contro il -15 si è infranto come un’onda sugli scogli. Vince Chiné (Corsport)

9 motivi su 9 dichiarati infondati, alcuni anche inammissibili. Per i giudici il modus operandi di Chiné non fa una piega, si riparte dal -9 

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Db Villar Perosa (To) 12/08/2018 - amichevole / Juventus A-Juventus B / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Andrea Agnelli-John Elkann-Pavel Nedved

“Il ricorso della Juventus contro la penalizzazione di 15 punti si è infranto come un’onda sugli scogli: 9 motivi su 9 dichiarati infondati, alcuni anche inammissibili”.

Giorgio Marota commenta le motivazioni del Collegio di Garanzia dello Sport del Coni, pubblicate ieri sera, sul Corriere dello Sport. La penalizzazione, per la Juventus, resta, ma i punti sottratti in classifica non saranno 15, si va verso uno sconto.

Il Collegio ha confermato l’intero impianto accusatorio, sia dal punto di vista formale che sostanziale: l’unica zona d’ombra riguarda le sanzioni inflitte a Nedved e agli altri dirigenti Juventus privi del potere di firma (oltre a lui, Vellano, Garimberti, Grazioli Venier, Hughes, Marilungo e Roncaglio, tutti condannati a 8 mesi di inibizione). Ecco perché bisogna rimodulare la penalizzazione: i dirigenti tirati in ballo avevano ruoli marginali nell’ambito delle operazioni sportive contestate.

“La Corte d’Appello dovrà provare l’eventuale colpevolezza dei consiglieri di amministrazione «privi di poteri esecutivi perché privi di deleghe e la decisione ne avrebbe dovuto tenere conto». Quindici punti di penalizzazione, a questo punto, potrebbero essere troppi se le responsabilità sono da imputare esclusivamente a Paratici (2 anni e 6 mesi), Agnelli (2 anni), Arrivabene (2 anni) e Cherubini (1 anno e 4 mesi), tutti condannati in via definitiva”.

Chiné ne esce vincitore. I giudici del Coni confermano che il suo modus operandi è stato giusto. E’ lecito pensare che a questo punto si riparta dalla sua richiesta di 9 punti di penalizzazione in classifica per la squadra bianconera.

“Da questa storia esce vincitore soprattutto il procuratore federale Chiné, cioè l’accusa. Secondo i giudici il suo modus operandi non fa una piega, ed ecco che allora diventa probabile ripartire dal -9 che lui stesso chiese in udienza”.

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