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Il prefetto Palomba resta a Napoli, niente promozione a Roma

A fare il prefetto a Roma è stato nominato Lamberto Giannini. Palomba era considerato il favorito. A capo della polizia Vittorio Pisani il poliziotto che polemizzò con Saviano

Il prefetto Palomba resta a Napoli, niente promozione a Roma
Napoli 16/03/2023 - riunione comitato di ordine e sicurezza pubblica / foto Image nella foto: Claudio Palomba

È andata male al prefetto Palomba che stasera è ancora prefetto di Napoli. Era dato in pole position per l’incarico di prefetto di Roma. E invece la poltrona è andata a Lamberto Giannini, capo della polizia che a Roma è stato capo della Digos. Per Palomba si tratta di una sconfitta.

Per Dagospia, Giannini è stato sacrificato sull’altare dello scontro Meloni-Salvini. Salvini non lo voleva a a capo della Finanza. E così ha detto sì ad Andrea De Gennaro alla guida delle Fiamme Gialle. Giannini è stato dirottato sulla poltrona di prefetto di Roma. E Palomba – che aveva provato in tutti i modi, col sindaco Manfredi, a far passare per perfetta la macchina organizzativa dei festeggiamenti dello scudetto – è rimasto fermo un turno.

Ecco cosa scrive Dagospia:

Bisticciano (Meloni e Salvini, ndr) come i pupi dell’Asilo Mariuccia. Un basso ostinato di ripicche e sgambetti. E contrattazioni: se vuoi Tizio, molla su Caio, e amici come prima. E stamattina erano in ballo la nomina di Vittorio Pisani a capo della Polizia, fortissimamente voluto da Salvini-Piantedosi, da una parte; dall’altra, la designazione di Andrea De Gennaro al vertice delle Fiamme Gialle, fortissimamente auspicato da Mantovano-Meloni.

E così è andata. Caro Matteo, ci tieni tanto a defenestrare Giannini, pupillo del detestato Franco Gabrielli? Facile: basta che tu ti decida di dire di sì all’investitura di Andrea De Gennaro… (Trai i due litiganti, l’unico vincitore si chiama Gianni De Gennaro che vede conquistare il vertice della Polizia dal suo pupillo Pisani e il fratello Andrea accomodarsi sulla prima poltrona della Guardia di Finanza)

Scrive Repubblica Roma:

Nelle scorse settimane, tanti erano stati i candidati in lizza per Roma. Si era parlato a lungo del prefetto di Napoli, Claudio Palomba, e di Laura Lago, dirigente di altissimo livello dei Vigili del Fuoco. Poi, circolato in un primo momento e ora confermato, il nome di Lamberto Giannini. Nato a Roma nel 1964 ed è entrato nella polizia di stato nel 1989, frequentando il 74esimo corso per vice-commissari alla Scuola superiore di polizia dopo la laurea in Giurisprudenza conseguita all’Ateneo Sapienza. Una lunga carriera la sua che lo ha portato a diventare  il 4 marzo 2021, su proposta dell’allora ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, Capo della polizia, direttore generale della pubblica sicurezza, succedendo a Franco Gabrielli.

A prendere il posto di Giannini alla guida della Polizia di Stato sarà il prefetto Vittorio Pisani, in arrivo dall’Aisi dove era vicedirettore.

Pisani, di Catanzaro ma molto legato a Napoli, è un poliziotto molto stimato. Di lui scrive il Corriere della Sera edizione Roma:

Il curriculum di Pisani, come del resto quello di Giannini, è da superpoliziotto. Il nuovo capo della polizia ha sgominato i clan più importanti della camorra. Come quelli guidati dai latitanti Antonio Iovine e Michele Zagaria. Pisani è stato al vertice della Squadra mobile napoletana dal 2004 al 2011. Nella sua lunga carriera investigativa è stato anche vice direttore dell’Aisi, l’intelligence interna nazionale. Nel 1998 è stato promosso per merito straordinario per la cattura dei capi latitanti della nota Alleanza di Secondigliano.

La Cnews24 ricorda la polemica con Saviano:

Con Roberto Saviano duellò a distanza facendo rimbalzare sulla stampa dichiarazioni che sollevarono un polverone. «Io faccio anticamorra dal 1991 – disse rispondendo a una domanda di Vittorio Zincone -. Ho arrestato centinaia di delinquenti. Ho scritto, testimoniato… Beh, giro per la città con mia moglie e con i miei figli, senza scorta. Resto perplesso quando vedo scortate persone che hanno fatto meno di tantissimi poliziotti, carabinieri, magistrati e giornalisti che combattono la camorra da anni. Non ho mai chiesto una scorta. Anche perché non sono mai stato minacciato. Anzi, quando vado a testimoniare gli imputati mi salutano dalle celle». Una posizione che gli costò una marea di polemiche e una richiesta di chiarimento in tribunale sul passaggio che riguardava la concessione della scorta allo scrittore. «Saviano ci riferì di minacce avvenute in un negozio dei Quartieri – disse -. Svolgemmo accertamenti e mostrammo alcune foto a Saviano, che però non riconobbe in loro le persone che gli avevano rivolto minacce. La decisione della scorta ovviamente non spettava a noi». Punto e a capo. 

Titti Beneduce sul Corriere del Mezzogiorno ricorda che fu coinvolto in un’inchiesta sul riciclaggio e ne uscì a testa alta.

Nel 2011 Vittorio Pisani fu coinvolto nell’inchiesta sul presunto riciclaggio di denaro sporco da parte del clan di camorra Lo Russo in lussuosi ristoranti di Napoli gestiti dai fratelli Iorio, dei quali era amico. La Procura, all’epoca guidata da Giovandomenico Lepore, gli contestava i reati di rivelazione di segreto, favoreggiamento, abuso d’ufficio e falso. Il rinvio a giudizio avvenne pochi giorni dopo l’arresto del boss Michele Zagaria. Ma Pisani da quelle accuse è stato completamente scagionato e assolto con formula piena in tutti i gradi di giudizio.

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