I giocatori del Milan annuiscono agli ultras come scolaretti contriti sotto gli occhi della polizia (Repubblica)
Una scena durata un minuto che è sembrato un processo ma che il club definisce un «civile confronto spontaneo». Dopo, tutti a capo chino negli spogliatoi

Mp La Spezia 13/05/2023 - campionato di calcio serie A / Spezia-Milan / foto Matteo Papini/Image Sport nella foto: Milan
«Martedì contro l’Inter date tutto. Giocate da Milan. Noi vi sosterremo»
La Repubblica racconta la scena – in verità abbastanza deprimente – del Milan sconfitto a La Spezia che va sotto la curva degli ultras rossoneri e ascolta l’arringa di un capo. Un minuto buono con la squadra a rapporto davanti alla tifoseria, in qualcosa che somigliava ad un processo sul campo, ma che invece i protagonisti raccontano come un modo dei tifosi di esortare la squadra.
Il quotidiano scrive:
«Martedì contro l’Inter date tutto. Giocate da Milan. Noi vi sosterremo». L’esortazione, o la preghiera o l’invito o il rimprovero o il flusso della delusione, ognuno lo chiami come preferisce, è arrivata in coda alla arringa dei capi ultrà — un minuto esatto — a una tra le squadre più famose e amate del mondo, al marchio da esportazione della Serie A. In prima fila sotto la Curva Piscina dello stadio Picco, il settore ospiti popolato dai millecinquecento ultrà venuti in Liguria, c’erano i “capitani”, i veterani: Calabria, Hernandez, Kjaer, Giroud. In seconda fila l’allenatore Pioli, alla sua sinistra Tomori e alla sua destra Diaz e più discosto l’oggetto misterioso De Ketelaere. Più dietro gli altri, ma tutti ugualmente contriti, ad ascoltare e ad annuire come scolaretti dopo l’ottava sconfitta in campionato, la sesta del girone di ritorno e probabilmente la più dolorosa, perché martedì prossimo c’è il ritorno della semifinale di Champions, il derby compromesso dallo 0-2 dell’andata, e adesso pare più facile scalare l’Everest. L’immagine potente sembrava quella di un processo in campo, anche se non lo è stato, anche se c’era la polizia e ha visto tutto, anche se c’era lo Slo — il Liaison Officer, il sostenitore ufficiale di collegamento, il responsabile della tifoseria — e anche se il «civile confronto spontaneo» sintetizzato dalla società, da Pioli e dai giocatori non rientra nella casistica dell’articolo 25 comma 9 del codice di giustizia sportiva, che dal 2015 vieta ai tesserati «di avere interlocuzioni con i sostenitori o di sottostare a manifestazioni e a comportamenti degli stessi che costituiscano forme di intimidazione o offesa»”.
Dopo il match l’allenatore del Milan, Stefano Pioli, ha ricostruito la vicenda:
«Un allenatore di solito non va sotto la curva? A me sembra normale prendermi le responsabilità. Siamo andati a salutare e a ringraziare i tifosi e loro ci hanno stimolato per la partita di martedì. Non ho parlato, ho solo ascoltato».
La Repubblica continua:
“Poi se ne sono andati tutti a capo chino verso gli spogliatoi, qualche maglietta è volata in curva e stamattina a Milanello gli ultrà saranno ancora lì, a sostenere la squadra, «perché noi saremo con voi fino alla fine, comunque vada»”.