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Confesso, a casa abbiamo tifato Lazio: non volevamo vincere lo scudetto in albergo

POSTA NAPOLISTA – I miei figli, come chi fa valere un diritto negato, mi hanno detto: “Lo scudetto va vinto sul campo! Vogliamo scendere domani!”

Confesso, a casa abbiamo tifato Lazio: non volevamo vincere lo scudetto in albergo
Db Milano 30/04/2023 - campionato di calcio serie A / Inter-Lazio / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: esultanza gol Felipe Anderson

Mercoledì sera, siamo agli ultimi minuti di Lazio-Sassuolo. Mia moglie, i nostri due figli ed io abbiamo terminato da poco la cena, consumata fra l’intervallo e l’inizio del secondo tempo. Potrebbe essere la notte della festa, già da un paio di giorni se ne parla. Già, potrebbe… se solo il Sassuolo pareggiasse. In fondo di occasioni ne ha avute, anche importanti. Sarebbe sufficiente un gol, uno solo: una punizione di Berardi, un dribbling di Laurientè, che in questo sembra secondo solo a Kvaratskhelia e Leao; anche un rimpallo, un autogol andrebbe bene. Eppure… eppure quel gol non arriva. E forse – e questa è la notizia vera – quel gol non lo aspettiamo neanche. Non lo desideriamo. Proprio non lo vogliamo. Anzi…

Questo retropensiero, questo desiderio illogico nutrito con timore e tremore, e forse anche con un po’ di hybris, io però non ho avuto il coraggio di pronunciarlo; non gli ho dato forma compiuta. Tifare Lazio era veramente troppo. I nostri figli invece, 15 e 12 anni, più coraggiosi di me, la forma gliel’hanno data a questo pensiero, e anche bella chiara. Con tono stentoreo, come di chi fa valere un diritto negato, mi dicono: “Papà… così non ci piace. Lo scudetto va vinto sul campo! Vogliamo scendere domani!”

E allora mi trovo a pensare una cosa, logica e lineare. La forza di questo Napoli è nei numeri, certo. È nel distacco accumulato sulle seconde, distacco che ha me messo fuori dalla lotta scudetto Milan, Inter e Juve già in inverno – cosa mai successa prima, come giustamente sottolineato. La forza di questo Napoli è nel dominio che esercita sulle partite, mentale, tecnico, strategico, fino a qualche settimana fa anche atletico. La forza di questo Napoli meraviglioso è nell’aver impaurito anche Guardiola che, con un mental trick tanto scontato quanto efficace aveva persino candidato il Napoli alla vittoria della Champions – e bene ha fatto Spalletti a rimettere le cose nella giusta prospettiva. Ma la forza di questo Napoli è anche nel fatto che, incredibilmente, paradossalmente, contro ogni logica e buon senso, consente ai suoi tifosi di gioire segretamente del raddoppio della Lazio.

Che il Sassuolo non pareggi e ci lasci il piacere di vincere lo scudetto sul campo. Che ci sia la punizione di Zielinski e non di Berardi, il dribbling di Kvaratskhelia e non di Laurientè. Per rimandare la conquista un altro giorno, ancora… Un’altra notte a un passo dal sogno. Forse solo poche ore. Perché, come scriveva Kavafis, “Quando ti metterai in viaggio per Itaca/devi augurarti che la strada sia lunga/fertile in avventure e in esperienze…/Che i mattini d’estate siano tanti…/Sempre devi avere in mente Itaca – raggiungerla sia il tuo pensiero costante…/Soprattutto non affrettare il viaggio.”

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