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Mourinho: «Ho ancora un anno di contratto, ma a volte i contratti non sono la cosa più importante»

In conferenza: «Stankovic? Sono stato insultato tante volte… L’ho fatto perché è un grande uomo e un amico, ma lo farei anche per un altro»

Mourinho: «Ho ancora un anno di contratto, ma a volte i contratti non sono la cosa più importante»
Mg Cremona 28/02/2023 - campionato di calcio serie A / Cremonese-Roma / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Jose’ Mourinho

Dopo la vittoria sulla Sampdoria, l’allenatore della Roma, José Mourinho, ha rilasciato alcune dichiarazioni in conferenza stampa. Di seguito alcuni estratti da Tuttomercatoweb.com.

“Dopo l’1-0 non abbiamo giocato per chiudere tutto. Stanchezza, ritmo basso anche di testa, palle perse coi tre di centrocampo. Senza sentire grande pericolo, ma se sei basso e perdi palla e sei in vantaggio solo per 1-0 la partita è aperta. Coi cambi abbiamo migliorato, il secondo gol non arriva a caso, ma come conseguenza di un miglioramento. Solbakken aperto a destra impediva ad Augello di andare alto, le transizioni avevano profondità a destra e sinistra con El Shaarawy e Paulo davanti a Matic e Wijnaldum ci ha dato sicurezza nell’uscita palla. Partita finita anche senza il 2-0”.

Ha giocato con la difesa a quattro: le è piaciuta? Potrà rigiocare a quattro anche non in emergenza? Ha i giocatori per questo modulo? Mourinho:

“I giocatori sono questi. Cristante è un’altra soluzione, con i cinque centrali che abbiamo tre vanno in panchina. La difesa a tre è la conseguenza della necessità di nascondere i problemi e di utilizzare i giocatori considerati più bravi e la squadra è cresciuta. Diego e Smalling mi sono piaciuti, con la palla Diego è diverso dagli altri, gioca di più e meno lungo, cerca i compagni tra le linee. Zalewski non è un terzino a quattro. Sono pochi gli allenatori che possono giocare sempre come vogliono, ci sono altri allenatori, come nel mio caso, che devono adattarsi a quello che hanno. Oggi la cosa più importante era vincere”.

Abraham ha preso qualche fischio, è un po’ in crisi psicologica? Mourinho:

I fischi qualche volta sono duri, non so se i fischi fossero per lui o per me, per i cambi, o c’era una percentuale che fischiava lui e una che fischiava me. Alcuni possono pensare che non abbia giocato bene e altri che sono stato stupido a cambiarlo perché poteva segnare. Crisi psicologica? Anche se noi allenatori diciamo che il lavoro di un attaccante non è solo gol, per la loro autostima è importante e lui non li sta facendo. Magari soffre per questo. Vinciamo insieme e perdiamo insieme, poi Belotti è entrato fresco, senza il pericolo del secondo giallo come Tammy. Il Gallo ha fatto il suo lavoro, in un pomeriggio di difficoltà con quattro squalificati. Si è visto quello che è successo all’Udinese con tre-quattro squalificati. È dura e in questo caso siamo riusciti a prendere i tre punti”.

Abbiamo letto che avresti deciso di restare alla Roma e hai parlato del rapporto con la città. Mourinho:

“Quando vai all’Università Gregoriana, vicino a un illustre cardinale, puoi dire solo cose belle… Avrò sempre parole belle per questi tifosi. Abbiamo parlato di questo prima della partita. La gente merita gli sforzi, merita che al di là dei professionisti siamo anche romanisti, nel capire quello che loro sentono. Si è costruito qualcosa di molto bello con tutti questi record di persone che vengono allo stadio, è una cosa molto bella anche in momenti in cui i risultati non sono fantastici. Oggi è una partita dopo due sconfitte di fila, la gente viene ed è molto bello. Su quello che si scrive di me, l’unica cosa che posso dire è ciò che ho detto nella flash interview: del mio futuro, del mio stato dell’anima parlo solo a casa e a volte neanche a casa, mi chiudo in me stesso. Non parlo con amici, compagni, giornalisti. Dopo, se qualche mese fa il nostro Ceo Berardi ha detto di essere sicuro che io rimanga è un’interpretazione sua. Se questa volta il signor Zazzaroni ha detto quello che ha detto è un’interpretazione sua, io non parlo con nessuno. La situazione è chiara, dal punto di vista contrattuale io ho un anno ancora di contratto. Il calcio è il calcio, a volte i contratti non sono la cosa più importante. Tutto bene, tutto tranquillo, la prossima è sempre la partita più importante. I romanisti meritano che non siamo solo professionisti, serve qualcosa in più”.

A Dazn, poco prima, aveva commentato i cori razzisti contro Stankovic, che lui stesso ha fermato, zittendo la Curva Sud, da cui erano partiti. Stankovic lo ha ringraziato per questo gesto.

“Non mi deve ringraziare, l’ho fatto perché è un grande uomo e un amico, ma lo farei anche per un altro. Sono stato insultato tante volte, ho costruito intorno a me un muro di protezione e Stankovic ha fatto lo stesso. Dal punto di vista individuale non è un problema, ma ha figli e non è bello. I nostri tifosi sono fantastici, ma ho pensato che potessero seguire il mio istinto e un mio amico non si tocca”.

Il suo futuro?

“Io lavoro per la società, sono contento se c’erano i Friedkin e vanno a casa contenti”.

 

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