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Il Napoli non ha più gamba, la diplomazia politica con gli arbitri non l’ha mai avuta

La sconfitta col Milan ha più livelli di spiegazione: dal calo fisico agli arbitraggi. Facciamo i punti per lo scudetto e poi: dove porta la svolta nazional-popolare di Adl?

Il Napoli non ha più gamba, la diplomazia politica con gli arbitri non l’ha mai avuta
Napoli's Nigerian forward Victor Osimhen (C) reacts after Polish referee Szymon Marciniak (L) cancelled the goal he just scored during the UEFA Champions League quarter-finals second leg football match between SSC Napoli and AC Milan on April 18, 2023 at the Diego-Maradona stadium in Naples. (Photo by Alberto PIZZOLI / AFP)

In questo articolo tratto questioni in apparenza separate. Ma in realtà interconnesse.

Prima questione 

Bisogna subito archiviare l’amarezza per l’uscita dalla Champions. E pensare a chiudere al più presto la vicenda campionato. Chiudere per me significa ottenere la certezza matematica della vittoria.

Mancano esattamente undici punti per avere la sicurezza di vincere lo scudetto. Ovviamente nell’ipotesi abbastanza remota che la Lazio le vinca tutte. Per cui è più che ragionevole pensare che con otto punti l’obiettivo si raggiunga lo stesso. E otto punti sono un punto a partita. Restano infatti da giocare le partite conJuventus, Salernitana, Udinese, Fiorentina, Monza, Inter, Bologna e Sampdoria, alternativamente fuori casa e in casa. Sembra pertanto abbastanza agevole il compito del Napoli. Però i punti vanno pur fatti ed è bene non dire gatto finché non ce lo hai nel sacco sentenziava il grande Giovanni Trapattoni. Nel calcio, si sa, ogni partita fa storia a sé e i punti li devi sudare.

Seconda questione

La mia prudenza nasce dalla convinzione che il Napoli sia un po’ sulle gambe. Convinzione confermata dalle tre partite contro il Milan (secondo me se giochiamo dieci volte OGGI perdiamo dieci volte) e da quelle contro Verona e Lecce. Ho visto giocatori come Kvara incapaci di battere sulla corsa, che pure è un suo punto di forza, un difensore come Calabria. Oppure Osimhen non riuscire neanche una volta a spuntarla sui suoi marcatori. Ma ancora di più ho visto Ndombele, Di Lorenzo e Rrahmani non fare un fallo ovvio. Di quelli che si apprendono a dieci anni nelle scuole calcio. Poiché non posso credere che i tre non lo sapessero che bisognava spendere un fallo per fermare Leao, la spiegazione è nel fatto che non hanno gamba. E fare un fallo non è cosa automatica e puoi non esserne capace se non hai forza nelle gambe. Lo pensi ma non ce la fai. Chi ha giocato anche tra i dilettanti, lo sa.

Terza questione

Perché il Napoli ormai da anni nel giro europeo non viene rispettato mai. Si ha la netta sensazione che verso la società azzurra ci sia una sorta di sottovalutazione . Che al Napoli non sia dovuto alcun riguardo. Così mi spiego gli innegabili gravi torti arbitrali subiti in due partite consecutive di Champions.

Ma il rispetto, la giusta considerazione non si comprano al mercato. Li si conquista con una efficace politica societaria fatta di una tessitura di rapporti che dalle nostre parti sembra un oggetto misterioso. Al di là di estemporanee quanto inutili esternazioni pubbliche il Napoli opera con pazienza certosina nelle sedi appropriate per ottenere i dovuti riguardi? Ha una struttura dedita alla cura meticolosa diplomazia internazionale? Ai posteri l’ ardua sentenza.

Ben difficilmente la considerazione di cui sopra la si raggiunge con atteggiamenti populistici ma la si ottiene con la serietà e l’efficacia dell’agire politico.

Quarta questione

In che direzione si va con la svolta che lascia intravedere un meccanismo di cogestione nazionalpopolare? Si va verso il raggiungimento di una posizione di maggiore prestigio internazionale? La mancanza del quale poi produce come effetto gli arbitraggi che abbiamo subito? O si va nella direzione della napoletaneria per dirla con La Capria? Certo che se uno dei risultati raggiunti con le ultime scelte è che i tifosi del Milan hanno sovrastato nel tifo quelli del Napoli, stiamo messi davvero male .

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