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Il Napoli molto preparato nella teoria ma il Milan ha avuto più testa nella partita e ha vinto 1-0

Gli azzurri sorprendono gli avversari in avvio ma non segnano. Nel finale espulso Anguissa, anche in dieci pari sfiorato. Al ritorno mancherà anche Kim

Il Napoli molto preparato nella teoria ma il Milan ha avuto più testa nella partita e ha vinto 1-0
Romanian referee Istvan Kovacs (R) gives a red card to Napoli's Cameroonian midfielder Andre Zambo Anguissa (C) during the UEFA Champions League quarter-finals first leg football match between AC Milan and SSC Napoli on April 12, 2023 at the San Siro stadium in Milan. (Photo by Marco BERTORELLO / AFP)

Il Milan ha vinto anche la prima di Champions. Il Napoli ha giocato bene, nel finale ha sfiorato per due volte il pari, ma è come se fosse arrivato preparato benissimo dal punto di vista teorico, ma di fatto è rimasto fuori da tutti i momenti chiave della partita. Il Milan ha prodotto meno calcio, come direbbero gli esperti, ma ha avuto più accelerazioni. Ha fatto decisamente più male all’avversario. Ha segnato un gol, ha colpito una traversa, ha portato Anguissa a farsi espellere in tre minuti per due ammonizioni su Theo Hernandez nella stessa parte del campo.

Quando è rimasta in dieci uomini, la squadra di Spalletti ha perso anche la testa, per fortuna solo per cinque minuti. Kim si è fatto ammonire e salterà il ritorno. È come se il Milan avesse avuto più testa nella partita.

Gli azzurri sono stati schierati bene in campo, hanno sfiorato il gol dopo 55 secondi, hanno colpito una traversa (smanacciata di Maignan su colpo di testa di Elmas) ma non ha quasi mai dato l’impressione di poter lasciare un segno, di poter fare gol. Anche se nel finale Maignan si è superato su Di Lorenzo e ha visto i sorci verdi su Olivera. Di Lorenzo ha giocato una partita sontuosa. Si tratta di un calciatore che non smette mai di stupire.

La sfida resta aperta, anche se a Napoli gli azzurri giocheranno senza Kim e Anguissa e avranno un gol da recuperare. Nulla è perduto.

Spalletti se l’è giocata senza centravanti. Osimhen e Simeone sono rimasti a casa, Raspadori in panchina (è entrato solo al 69esimo). Il prescelto è stato Elmas che ha fatto quel che ha potuto, ha offerto un’interpretazione personale al ruolo.

Il Napoli ha giocato, nel primo tempo ha dato lezione di pressing alto, ha dimostrato che la condizione fisica c’è ancora. Ha colto di sorpresa il Milan nei primi minuti eppure non è riuscito ad approfittarne. Avrebbe potuto segnare al primo minuto, Kvaratskhelia ha colpito a colpo sicuro a due minuti dalla porta ma sulla linea i difensori hanno respinto. Poi tiri da fuori di Anguissa e Zielinski, un colpo di testa di Di Lorenzo. Il Milan h a fatto fatica a raccapezzarsi. Ha avuto di fronte il Napoli che non si sarebbe aspettato. Ma la squadra di Spalletti non ha avuto il centravanti e non ha potuto far male. A lungo la squadra di Pioli è apparsa stralunata, come se non si fosse resa conto di quel che stava avvenendo sul campo.

Spalletti la partita l’ha preparata benissimo. Pressing asfissiante, Lozano quasi in marcatura su Theo Hernandez, Lobotka che sfuggiva continuamente a Bennacer, Anguissa uomo ovunque anche se ha sbagliato qualche appoggio.

Il Milan è stato tutto il contrario del Napoli. Ha sbandato, orchestrato meno, è arrivato raramente dalle parti di Meret. Però ogni volta che lo ha fatto, ha creato un pericolo reale. Prima con Leao che è sfuggito a Rrahmani e Anguissa ed è volato verso Meret: il suo sinistro è finito di poco fuori. Il remake però è stato letale. Brahim Diaz è sfuggito a Mario Rui e Lobotka, ha avviato la ripartenza e ha spezzato il Napoli in due tronconi. Leao ha appoggiato al centro, Brahim ha sbagliato lo stop, la palla è arrivata a Bennacer che di sinistro ha battuto Meret. E che fin lì il Napoli ha tenuto il pallino di gioco è dettaglio che non interessa nemmeno agli archivisti. Il Milan ha sfiorato addirittura il raddoppio con Kjaer che di testa ha colpito la traversa.

Di buono per il Napoli c’è anche che ha tenuto nei venti minuti finali con un uomo in meno. La sfida è aperta.

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