“Ha portato il Napoli dalla serie C al tricolore, inserendolo nell’aristocrazia del calcio europeo grazie a una gestione ineccepibile”, eppure è contestato

Libero commenta la spaccatura all’interno della tifoseria del Napoli, con gli ultras schierati contro il presidente De Laurentiis e i tafferugli in Curva B durante Napoli-Milan di campionato. Un pezzo a firma di Leonardo Iannacci in cui si sottolinea l’eterna incapacità di Napoli a godersi quanto ha di buono.
“Napoli, città delle mille contraddizioni nella quale tutto è bellissimo o bruttissimo e dove non sai mai se quella che va a iniziare è una brutta giornata o una bella giornata di pioggia, sembra non voglia godersi appieno il terzo scudetto”.
Iannacci esalta De Laurentiis, l’uomo che
“ha salvato il Napoli portandolo dalla serie C all’imminente tricolore, occupando un posto sicuro nell’aristocrazia del calcio europeo grazie a una gestione ineccepibile”, ma che è finito nel mirino di alcune frange estreme di ultrà.
Ieri, come già fatto in passato, De Laurentiis ha invocato ancora una volta provvedimenti simili alla legge Tatcher, ovvero le misure introdotte dall’allora premier inglese alla fine degli anni ’80 per limitare il fenomeno degli hooligans. All’epoca fu applicato il pugno duro contro gli ultras, si veniva dalla tragedia dell’Heysel e da quella di Sheffield, con 135 morti in totale tra i tifosi. De Laurentiis, scrive Libero, vuole solo ordine e sicurezza, in cambio di un meraviglioso scudetto che sta per regalare al pubblico napoletano. Impossibile dargli torto, scrive il quotidiano.
“De Laurentiis, in cambio del meraviglioso scudetto, chiede solo ordine, regole precise e sicurezza. Impossibile dargli torto”.
Intervistato a margine di un evento organizzato dal Coni, ieri, De Laurentiis ha definito “delinquenti” gli ultras responsabili dei tafferugli in curva. Ha usato parole durissime:
«Questa è una storia che dura da 50 anni. Finché non si prende la legge della Thatcher e la si mutua in Italia, avremo sempre questi problemi. Quelli non sono veri tifosi ma delinquenti ai quali si permette di andare allo stadio e di mortificare i veri tifosi e le famiglie con episodi che sono davanti agli occhi di tutti»