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La settimana serena del Napoli dopo la sconfitta con la Lazio, nulla li scalfisce

Quanta differenza rispetto agli anni scorsi. Non avvertono mai il braccino: Kvara, Kim e Osimhen salgono in cattedra, sono loro che portano i tifosi allo stadio

La settimana serena del Napoli dopo la sconfitta con la Lazio, nulla li scalfisce
As Napoli 11/03/2023 - campionato di calcio serie A / Napoli-Atalanta / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Napoli

Come contro il Milan.

Dopo la batosta di Verona (3-0) il Napoli di Diego visse una settimana tremenda. Solite minacce di abbandonare Napoli. Contestazioni dei tifosi. Città in stato prebellico. A Verona il Napoli aveva patito quello che in gergo tennistico si chiama “braccino”.

La settimana del post Lazio è stata vissuta in maniera diversa. Più serena. Le cianfrusaglie e le bancarelle sono state un po’ messe da parte. L’economia dello scudetto può aspettare.

Ma i quindici punti di vantaggio e delle inseguitrici che fanno fatica a mettere insieme due vittorie consecutive hanno mantenuto calmo l’ambiente.

Uno scudetto punto a punto, per questa città e per la tifoseria, sarebbe stato impossibile da gestire.

Polemiche, social e cessioni societarie, guarda caso venute fuori alla prima sconfitta segnano il fallimento morale di chi parla del Napoli, sempre a sproposito.

L’ultra polemica la spegne Spalletti. Con la Lazio non si è accorto di niente.

Lo stadio sul finire del primo tempo ed all’intervallo reagisce come se il Napoli fosse sotto nel risultato.

Segno che la maggioranza, abituata a rifuggire le sofferenze, non riesce a capire che nel calcio ci sono anche gli avversari ed un po’ di calo anche fisico in alcuni interpreti è fisiologico.

Poi Victor e Kvicha si prendono la scena.

Sono loro gli attori che con Kim, hanno riportato la gente al cinema, pardon allo stadio.

Dieci anni di Pierini che guardavano dal buco della serratura avevano stancato, anche se quasi nessuno lo voleva ammettere.

Troppa la paura del futuro.

Il gol di Kvara contro l’Atalanta ha avuto lo stesso canovaccio del gol di Maradona, che da oggi potrà realmente riposare in pace, contro il Milan.

È sempre un nove, Giordano ieri Osimhen oggi, che “assiste” il dieci per il gol. Kvaratskhelia ci mette del suo, ricamo allora, ricamo oggi.

Il boato di liberazione è lo stesso.

L’esultanza belluina del georgiano. La panchina che esplode. Osimhen che sorride sereno senza maschera, sono i segnali del raggiungimento di un traguardo che è la giusta parabola per una storia storia fatta di ingredienti dimenticati a queste latitudini.

Scevra da condizionamenti e dalla paternità certa.

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