Zeman, famoso per il gioco brillante e le poche vittorie: è un allenatore o un filosofo? (Il Giornale)
Di ritorno sulla panchina del Pescara. Fosse per lui metterebbe tutti in attacco, manda in difesa quelli che devono essere puniti

foto Giuseppe Celeste/Image Sport nella foto: Zdenek Zeman
Su Il Giornale, Claudio De Carli firma un profilo di Zdenek Zeman, ad un passo dal Pescara. Zeman sta per firmare un contratto fino a fine stagione poi, se centrerà la promozione, andrà avanti. Prenderà circa 200mila euro ma a lui non interessano i soldi.
“Va per gli ottanta e se la coerenza è una virtù, dal suo 4-3-3 non si è mai schiodato, fa le stesse cose da quarant’anni e non si è ancora stancato, più della qualità lui guarda i chilometri, li sfianca in allenamento e li stronca sul campo, finisce 6-5, e non sempre sono tre punti, ma anche questo è un dettaglio: “Se i tifosi si sono divertiti anche se siamo usciti sconfitti, io sono felice, talvolta chi perde ha insegnato più di chi ha vinto”.
La domanda è lecita:
“Ma il praghese è un allenatore o un filosofo?”.
“Guarda i suoi durante l’allenamento e pensa che tutti vorrebbero fare gol ma qualcuno dietro deve pur metterlo e allora da quelle parti schiera i puniti, quelli che quando c’è da fare i gradoni dello stadio si lamentano. È talmente popolare anche senza aver mai vinto niente di importante che la gente va da lui e gli chiede consigli, anche se fuori dal calcio lui risponde che non ne sa più di un contadino: “E nessuno va mai dal contadino a chiedergli cosa ne pensa”.
Della sua storia con la Juventus si è scritto tanto. Ora torna in Serie C e il suo primo avversario è un’altra Juve, la Juve Stabia. Il Pescara è dietro a Catanzaro e Crotone.
“quante ne ha girate e a quanti le ha fatte girare col suo calcio totale, maestro dell’impossibile, nell’immaginario del nostro calcio più di altri che hanno vinto lo scudo, Baiano, Signori, Rambaudi e Zemanlandia una stigmate che da noi vale quanto la Democrazia Corinziana di Socrates brazil brasileiro”.