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Rui Costa deluso da Fernandez: «Quando ho capito che non voleva restare, non volevo nemmeno che indossasse di nuovo la maglia del Benfica»

Il presidente del Benfica: «Un giocatore che, anche con la possibilità di non perdere un euro e con un contratto sicuro con il Chelsea, non vuole restare, non potrebbe mai continuare a giocare al Benfica».

Rui Costa deluso da Fernandez: «Quando ho capito che non voleva restare, non volevo nemmeno che indossasse di nuovo la maglia del Benfica»

Rui Costa, presidente del Benfica, ha rilasciato un’intervista a Bwin portugal dopo il trasferimento di Enzo Fernandez al Chelsea. Queste le sue parole:

«Si è fatto tutto perché non accadesse. Sono triste per aver perso il giocatore, ma ho la coscienza pulita di aver fatto il meglio per il Benfica. Enzo non ha mostrato alcuna voglia di restare. Temevamo che qualcuno superasse la clausola, abbiamo provato a offrirgli un aumento, ma la proposta che il Chelsea ha fatto ad Enzo per noi era irrealizzabile».

Rui Costa usa parole dure nei confronti del centrocampista:

«Dal momento in cui ha capito che avrebbero pagato la clausola, Enzo è stato intransigente. Abbiamo insistito, ma non ha mostrato alcuna disponibilità a proseguire al Benfica. Ho proposto al Chelsea di farlo restare fino all’estate per poi averlo ad un prezzo inferiore. Il giocatore, anche così, non ha voluto continuare al Benfica. Ed è qui che tutto è cambiato. Un giocatore che, anche con la possibilità di non perdere un euro e con un contratto sicuro con il Chelsea, non vuole restare, non potrebbe mai continuare a giocare al Benfica. Enzo Fernandez non sarebbe più potuto entrare negli spogliatoi».

L’amarezza di Rui Costa è evidente:

«Speravo che volesse lottare con noi per il titolo. Quando ho capito che non voleva, non volevo nemmeno che indossasse di nuovo la maglia del Benfica. Al Benfica, e questo vale anche per le giovanili, ci sono solo giocatori orgogliosi di vestire la maglia del Benfica. L’impegno è non battersi il petto quando torna utile. L’impegno è ciò che abbiamo fatto ad Arouca».

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