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Il Napoli è talmente forte che per gli avversari il primo gol è un sollievo: è la fine dell’agonia

Empoli surclassato: 2-0, Osimhen segna ancora. Chiuso per esaurimento di aggettivi. Il Napoli vince anche in dieci uomini, Mario Rui si fa espellere

Il Napoli è talmente forte che per gli avversari il primo gol è un sollievo: è la fine dell’agonia
Mp Empoli 25/02/2023 - campionato di calcio serie A / Empoli-Napoli / foto Matteo Papini/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti-Victor Osimhen

Chiuso per esaurimento di aggettivi. Sono finite le parole per descrivere la forza di questo Napoli che è talmente lanciato da non riuscire a giocare al di sotto dei suoi standard. Sembra un non-sense e forse lo è: la squadra di Spalletti è un’armata che autoriproduce sé stessa. È sempre capace di autorigenerarsi, anche appena quattro giorni dopo aver giocato in Champions League. Ha ragione Paolo Di Canio che in settimana ha esclamato: «Questo Napoli ha finalmente spazzato anni e anni di chiacchiere del calcio italiano, Luciano e i suoi calciatori stanno dimostrando che è possibile giocare ad alto livello ogni tre giorni». Perché, va detto, Spalletti ormai ha ripristinato i titolarissimi.

Non si può neanche dire che il Napoli vinca per forza d’inerzia. Perché il Napoli produce sempre gioco, anche oggi a Empoli dove il punteggio non è mai stato in discussione. I match degli azzurri sembrano partite di rugby, nel senso che gli avversari finiscono con l’essere sfibrati fisicamente. Col passare dei minuti, le resistenze diminuiscono e il Napoli finisce col segnare. È vero che a Empoli il vantaggio è avvenuto grazie a un autogol ma è stato un autogol di paura. Innescato da Kvaratskhelia che prima ha addomesticato il pallone che girava come una trottola, ha messo al centro sul secondo palo e sul cross basso di Zielinski per Osimhen il terrorizzato Ismajli ha messo nella propria porta. Erano passati appena 17 minuti dal fischio d’inizio. All’Empoli saranno parsi un’eternità. È dura opporre resistenza a questa squadra. Subire gol può essere vissuto quasi come una liberazione, la fine dell’agonia: quanto sarebbe potuta durare la difesa? È come se gli avversari si mettessero l’anima in pace, un po’ come capitava agli sfidanti di Tyson. Il secondo gol è arrivato al 28esimo, ovviamente con Osimhen che dopo la sconfitta in casa dell’Inter ha scandito le otto vittorie consecutivi andando in rete per otto partite di fila.

Al minuto 28 la partita era già finita, semmai sia cominciata. I numeri sono impressionanti. 65 punti in classifica in 24 partite. Dalla quinta giornata il Napoli le ha vinte tutte tranne quella di Milano. Diciannove vittorie in venti partite. Osimhen aveva anche segnato il terzo gol ma era partito in leggero fuorigioco.

La novità semmai è che anche il Napoli è umano. Per la prima volta quest’anno gli azzurri hanno commesso una sciocchezza comportamentale. Con Mario Rui che è stato beccato dal Var a scalciare nelle parti basse. Una ingenuità che non puoi consentirti se, come fa il Napoli, navighi nell’eccellenza. È successo al minuto 68. Va ricordato che Mario Rui in apertura di ripresa si è fatto anche superare in tronco da Satriani e solo una formidabile chiusura di Rrahmani ha impedito il gol di Piccoli. All’espulsione Spalletti ha immediatamente reagito con due sostituzioni: Elmas per Kvara e Olivera per Lozano. Sarebbe potuta subentrare la paura di rivivere la paura della rimonta dello scorso anno. Va da sé, invece, è che nessuno si è accorto che il Napoli ha giocato l’ultimo quarto di partita con un uomo in meno.

La verità è che questo Napoli non ha quasi nulla in comune con quello, siamo in un’altra dimensione per qualità tecnica, forza mentale, determinazione. È il motivo per cui possiamo solo sorridere quando Spalletti dichiara che anche con i calciatori dello scorso anno il Napoli avrebbe disputato un ottimo campionato. Diciamo che è la conferma della grande verità che Rafa Benitez rivelò in un’intervista a Gianni Mura: «Il calcio è bugia». Anche bugie belle grosse eh. Il signor Luciano l’ha detta talmente grossa non valeva neanche la pena sottolinearla. Sa come farsi perdonare.

Il Napoli avrebbe potuto segnare ancora. È finita 2-0. Per rimanere a meno quindici, l’Inter deve vincere domani a Bologna. Auguri.

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