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È chiaro che per l’Inter lo scudetto è ormai un discorso chiuso (CorSport)

I nerazzurri hanno mostrato i soliti limiti: tanta presunzione, come se la vittoria contro la Samp fosse scontata. Invece no

È chiaro che per l’Inter lo scudetto è ormai un discorso chiuso (CorSport)
Mg Genova 13/02/2023 - campionato di calcio serie A / Sampdoria-Inter / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Andre’ Onana-Manolo Gabbiadini-Milan Skriniar

Il pareggio contro la Sampdoria emette un verdetto inequivocabile: è chiaro che il discorso scudetto, per l’Inter, è chiuso. Lo scrive il Corriere dello Sport.

“Battendo la Sampdoria, l’Inter si sarebbe messa nelle migliori condizioni per avvicinare il traguardo. Invece, contro i penultimi in classifica, i nerazzurri non hanno fatto altro che adeguarsi, come d’abitudine, peraltro, in questo 2023: poca cattiveria – emblematico il palleggio dentro l’area avversaria al 95’ senza riuscire nemmeno a tirare – tanta presunzione, come se la vittoria fosse scontata. Invece no, perché gli uomini di Stankovic, con tutti i loro limiti, hanno messo tutto quello che avevano e, pur soffrendo, hanno resistito, prendendosi un punto tutto sommato meritato”.

Eppure l’Inter aveva dalla sua tutte le circostanze per vincere. Veniva dalla vittoria nel derby, aveva trascorso un’intera settimana a recuperare le forze.

“Insomma, c’erano le condizioni ideali per aggredire la partita e apparecchiarla in fretta. Invece, come già sottolineato, non solo è mancato l’approccio, ma nemmeno si è accesa la scintilla che potesse dare una svolta alla gara. Chiaro che lo scudetto sia ormai un discorso chiuso. E ora il Napoli è salito a +15. Ma certe gare dovrebbero almeno servire per costruire una mentalità. Mentre così si crea ben poco anche per il futuro, visto che la truppa
di Inzaghi incorre sempre nello stesso errore, senza imparare mai. Qualcuno pensava che i rientri di Lukaku e Brozovic potessero dare la scossa, mentre sono apparsi ancora in ritardo e poco sintonizzati. Ieri è apparsa precaria anche l’intesa tra Big Rom e Lautaro. La verità è che non basta palleggiare bene, non è sufficiente risalire il campo, scaricando sull’uomo libero. Arrivati al limite dell’area avversaria, occorre anche cattiveria: nella giocata e nella battuta a rete, altrimenti non segni nemmeno concludendo ben 25 volte. E poco conta che dopo 14 trasferte, la porta nerazzurra sia rimasta inviolata”. 

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