ilNapolista

Zigoni: «Oggi gioca solo l’allenatore, tattica, ma che due maroni»

Al CorSera: «Vedo pochi giocatori e molti calciatori, gente che calcia la palla e basta. Io giocavo con l’esterno, li prendevo tutti per il culo, questi se escono prendono a calci le panchine».

Zigoni: «Oggi gioca solo l’allenatore, tattica, ma che due maroni»

Il Corriere della Sera intervista Gianfranco Zigoni, “il geniaccio ribelle del calcio italiano”. Dal Bronx, come chiama il quartiere Marconi di Oderzo, dove è nato e cresciuto, ha indossato le maglie di Juventus, Genoa, Roma, Brescia e Verona.

«Adesso del calcio non me ne frega più niente. Vedo pochi giocatori e molti calciatori, gente che calcia la palla e basta. Oggi gioca solo l’allenatore, tattica, ma che due maroni, in campo si passano la palla di piatto e spesso la danno indietro. Io giocavo con l’esterno, li prendevo tutti per il culo, altra storia. Questi se escono prendono a calci le panchine».

Zigoni continua:

«Io volevo uscire, perché magari non avevo più voglia o per far entrare un compagno che così si beccava il premio
pieno, ma Valcareggi mi teneva dentro».

E l’abbandono del campo in un Verona-Vicenza? Zigoni:

«Mancava mezz’ora alla fine, eravamo sull’1-1, lo stadio urlava Zigo-Zigo, finta di corpo, controfinta, serpentina e
bomba sul sette di destro. Di destro! Io che il destro lo uso solo per salire sul tram. Ho pensato qui c’è di mezzo Dio,
per me è abbastanza, saluti».

Zigoni ha cambiato vita, dice che non beve e non fuma più, come invece faceva quando giocava.

«Quando giocavo e non potevo, bevevo whisky e fumavo, anche 40 sigarette al giorno. E adesso che potrei non bevo e non fumo. Non m’interessa. Ogni tanto un bicchiere, quando vengono gli amici».

Una convocazione in nazionale e il gran rifiuto per fastidio, cioè?

«Perché non mi facevano giocare e perché non avevo un grande attaccamento alla nazionale, per me il mondo è libero, cosa sono queste nazionali? Bianchi, rossi, neri, verdi, non c’è differenza».

Non nasconde l’ammirazione per il Che, ma aggiunge:

«Io però non sono mai stato davvero comunista perché i soldi non mi hanno mai fatto schifo, anche se adesso vivo con poco».

Problemi economici? Zigoni:

«No, ho una pensioncina, un negozietto che do in affitto. Mi accontento, io arrivo dal Bronx, uhè. Una volta avevo la Porsche azzurra, adesso non la vorrei neanche regalata».

Pelé, Mihajlovic, Vialli, anno nero.

«Con Pelé ho giocato un’amichevole Roma-Santos. Io ero convinto di essere più forte di lui, anche perché l’aveva detto Trapattoni dopo il 3-1 di Genoa-Milan, tripletta mia. Ho pensato oggi il mondo capirà che Zigo-gol è più forte di Pelé. Poi lo vedo dal vivo e mi prende un colpo: madonna che giocatore, mi è venuta la depressione…Vialli e Miha, troppo giovani».

L’addio al calcio in silenzio, come mai? Zigoni:

«Con il grande Gigi Simoni avevamo riportato in A il Brescia ma io avevo le scatole piene, zero stimoli. A dire la verità non li ho mai avuti. Ho fatto la valigia e sono tornato finalmente a casa senza dire niente a nessuno. Mi sto ben qua… e adesso basta che non ho più voglia, saluti».

ilnapolista © riproduzione riservata