Intervista a La Stampa e al Giornale: «Era una persona a modo. Non l’ho mai sentito alzare la voce. Era diplomatico, teneva insieme la Samp».

Pietro Vierchowod ricorda Gianluca Vialli in due interviste oggi sui quotidiani. Una su La Stampa e l’altra su Il Giornale. Il 63enne ex difensore lombardo ha condiviso i successi più belli con Vialli: lo scudetto e la Coppa delle Coppe alla Sampdoria (oltre a tre edizioni della Coppa Italia), la Champions League alla Juventus nella finale dell’Olimpico di Roma con l’Ajax.
Racconta Vialli. Dice che ciò che lo rendeva speciale era il suo essere leader senza aver bisogno di urlare.
«Era una persona a modo. Non ho mai sentito Luca alzare la voce. Era capace di trascinare col suo carisma. Questa sua qualità spiccatissima gli permetteva di non avere mai bisogno di urlare. Dentro e fuori dal campo. Con il suo modo di fare unico riusciva a convincerti a fare le cose. Ed era una persona generosa».
Vialli teneva unita la Samp, dice Vierchowod.
«Vialli ci teneva insieme: era diplomatico. Mancio più vulcanico. Non ricordo un litigio di Luca».
Le doti di Vialli erano il carisma e la generosità.
«Era generoso sul campo perché correva e si impegnava tantissimo pur essendo un calciatore di talento che avrebbe potuto anche risparmiarsi di più. Invece gettava ogni energia sul prato. Ed era generoso fuori, come dimostra anche la decisione di mettere in piedi la Fondazione insieme a Massimo Mauro per aiutare la ricerca contro la Sla. Coinvolgeva gli amici e gli ex compagni in questa attività. È difficile immaginare che una persona possa essere meglio di così».
Aveva una capacità di essere leader particolare?
«Sì, era un leader gentile con una forte capacità persuasiva».
Vierchowod e Vialli hanno condiviso anche il trionfo della Juventus in Champions League nel 1996.
«Gli dovrò sempre dire grazie perché la Juventus mi prese quando avevo già 35 anni. E quando mai capitava che una grande squadra prendesse un difensore di 35 anni?».
È stato Vialli a convincere il club bianconero per avere una chance in più di sollevare la Coppa Campioni? Vierchowod risponde:
«Credo proprio di sì. Luca avrà sicuramente messo qualche buona parola parlando con i dirigenti. Lo ringrazierò
per sempre».
Una fotografia di Vialli davvero felice?
«In due occasioni: la prima quando sollevò la coppa dei Campioni 1996, come capitano della Juve. Fra l’altro l’ultima vinta dalla Juve. Eravamo insieme, ma finalmente si toglieva, questo sì, il rimpianto della finale persa con la Samp. La seconda foto è quella con Mancini, l’abbraccio dopo la vittoria dell’Italia all’Europeo. Era strafelice. Una delle più belle foto che io abbia visto: per la gente, per tutti noi la gioia di due amici. Abbiamo davvero gustato il senso dell’amicizia».