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Il figlio di Muccino: «Ho sentito chiamare un’attrice russa di me…»

In un post poi rimosso su Instagram denuncia: «Ho lavorato con un regista che insultava tutti, attrici e comparse»

Il figlio di Muccino: «Ho sentito chiamare un’attrice russa di me…»

Repubblica propone il lungo sfogo social di  Silvio Leonardo Muccino, figlio del regista Gabriele che nato nel 2000 lavora come assistente alla regia, che nel giorno della Befana su Instagram ha scritto

«Ho avuto il piacere e l’onore di lavorare con molti registi nella mia fin qui breve carriera. Ne ho viste svariate. E non ho mai visto un regista rivolgersi in maniera più vergognosa, maleducata e arrogante alla troupe come ho avuto modo di fare su una recentissima esperienza di qualche giorno fa. Dagli assistenti agli operatori, dagli attori – anche i più giovani – finanche alle comparse, la maleducazione e le battute imbarazzanti erano distribuite equamente tra tutti. Ho sentito chiamare un’attrice ‘russa di me…’ davanti a tutti, un’altra essere invitata a mettersi ‘le mutande di ferro’ e altre frasi, del più volgare e aggressivo livello, rivolte a figurazioni, assistenti e il resto della troupe»

Il ragazzo non ha mai nominato il regista in questione

«Per non parlare di un ragazzo a cui è stato negato il diritto di fare un tampone. Non c’era nulla di ironico in tutto questo: va oltre ogni possibile logica, buon senso e umanità ridicolizzare, a turno, i membri della troupe in un simile delirio di onnipotenza, squallido, che deve finire»

Ed ecco la chiusa, poi però rimossa assieme all’intero post:

«Il Vecchio Cinema ne ha tante di storie di registi considerati dispotici e di aneddoti sul clima teso/litigioso/folle/duro legato alle manie di questo o quell’altro regista. Ma se questo spettacolo a cui si assiste, e che continua sotto traccia su produzioni in cui nessuno ha il coraggio, evidentemente, di dire cosa accade (quando è prassi ormai far firmare a tutti i membri della troupe dei documenti che attestano la sicurezza e il rispetto sul lavoro) allora mi chiedo dove sia il limite».

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