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“Con il Fair Play Finanziario la Uefa ha spinto i club ad utilizzare maggiormente le plusvalenze”

Lo rivela uno studio pubblicato su Social Science Research Network nel 2021, revisionato circa una settimana fa. Calcio e Finanza lo riprende

“Con il Fair Play Finanziario la Uefa ha spinto i club ad utilizzare maggiormente le plusvalenze”
Photo by Paul Murphy - UEFA

Uno studio universitario conferma che l’utilizzo spropositato e distorto delle plusvalenze è conseguenza della regola introdotta dalla Uefa del Fair Play Finanziario.

A dimostrarlo sono 4 professori universitari: Bonacchi (Università di Bolzano), Ciaponi (Università de L’Aquila), Marra (Università Bocconi) e Shalev (Università di Toronto). Nello studio pubblicato su Social Science Research Network datato 6 dicembre 2021 e revisionato circa una settimana fa (ripreso oggi da Calcio e Finanza), sono riportate prove empiriche sui reali effetti che il Fair Play Finanziario ha avuto nella gestione delle società di calcio.

Non più quindi una regola volta anche a incentivare uno sviluppo tecnico sul campo, ma un mero fine economico-finanziario raggiunto, appunto, con le plusvalenze.

Nell’abstract dello studio si legge chiaramente:

Il Fair Play Finanziario conta i guadagni dai trasferimenti dei giocatori fino alla soglia, creando così un incentivo a impegnarsi nei trasferimenti dei giocatori. Rileviamo che il volume complessivo dei trasferimenti dei giocatori, così come il volume dei trasferimenti dei giovani calciatori – il cui valore contabile è tipicamente pari a zero – sono entrambi aumentati a seguito del regolamento, con effetti più forti nei club soggetti al Ffp. Inoltre, i risultati mostrano che il guadagno medio registrato sui trasferimenti dei giocatori è aumentato in modo significativo a seguito del Ffp per i club soggetti al regolamento, e che questi guadagni si collegano direttamente agli incentivi per superare il punto di riferimento nella soglia di pareggio Ffp. Infine, scopriamo che i club hanno utilizzato i trasferimenti di scambio, che sono meno costosi per gonfiare le commissioni di trasferimento, come strumento per rispettare la regola del pareggio.

Lo studio analizza più di 800 bilanci di società calcistiche e oltre 4.500 operazioni di cessioni di calciatori, gran parte delle quali hanno registrato un utilizzo anomalo dello strumento in questione. Se la Uefa mirava all’autofinanziamento, e quindi alla sostenibilità, del calcio, ha finito invece per fornire nelle mani delle società a tutti gli effetti una bolla speculativa che prima o poi sarebbe scoppiata.

I dati mostrano che dopo l’entrata in vigore della norma, le campagne acquisti delle società sono radicalmente cambiate e sono aumentate le plusvalenze. Inoltre il pareggio di bilancio delle società è stato spesso raggiunto proprio con lo strumento delle plusvalenze.

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