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Ziliani: “Lotito dovrebbe documentarsi sulle morti nel calcio o altrimenti starsene zitto”

Sul Fatto: “Il pm Guariniello nel 2000 commissionò un’inchiesta e fu riscontrata un’anomala eccedenza di morti con forte sospetto di pratiche doping.”

Ziliani: “Lotito dovrebbe documentarsi sulle morti nel calcio o altrimenti starsene zitto”
Auronzo di Cadore (Bl) 17/07/2022 - amichevole / Lazio-Triestina / foto Image Sport nella foto: Claudio Lotito

Paolo Ziliani sul Fatto Quotidiano esprime la sua sulle parole del presidente della Lazio, Claudio Lotito che poco prima del funerale di Mihajlovic aveva detto:

«Io penso che dobbiamo approfondire alcune tematiche, ricorrono troppo spesso alcune malattie che potrebbero essere legate al tipo di stress e di, chiamiamole così, anche cure, voglio dire anche quello che è successo adesso coi vaccini, non sappiamo cosa possono determinare, servono in questo momento e vanno fatti però… Troppo spesso ricorrono questo tipo di malattie, mi risulta che anche Vialli stia male e che tutta una serie di giocatori…».

A Ziliani non va giù che si parli di queste tematiche “un tanto al chilo“. Il giornalista ha provato a contattare il senatore Lotito ricevendo però un due di picche:

dovrebbe avere il dovere di documentarsi meglio su un tema sensibile come le morti nel calcio per leucemie e malattie gravi, o altrimenti di starsene zitto. […] L’argomento è in realtà troppo serio perché se ne parli un tanto al chilo. Anche perché chi l’ha studiato a fondo c’è. Come il pm ora in pensione Raffaele Guariniello che nel 2000, in una famosa inchiesta sul doping in casa Juventus (gli anni erano quelli tra il ’94 e il ’98), commissionò all’Istituto superiore di sanità un’inchiesta epidemiologica a 360° volta ad appurare un nesso tra sostanze assunte, metodi d’allenamento e insorgenza di determinate patologie. Ebbene il risultato fu che un campione di 165 calciatori degli anni 60-70 deceduti prematuramente venne riscontrata un’anomale eccedenza di morti per leucemia linfoide (35 volte più frequente che nella popolazione normale) e per tumore epatico, con forte sospetto di pratiche doping dovute ad assunzione di ormoni della crescita e anabolizzanti“.

Ziliani continua citando le parole di Guarinello che intervistato da Avvenire aveva ricordato la reticenza della Fgci nel collaborare all’inchiesta epidemiologica:

La Figc non aveva voglia di collaborare“, e un suo collaboratore, Raimondo Romanazzi scopri “che le sostanze dopanti non erano rintracciabili nelle urine dei calciatori per il semplice motivo che nel laboratorio dell’Acqua Acetosa non venivano cercate“.

Ritorna sulla vicenda Juventus, il giornalista, e ricorda come allora non ci furono condanne perché il fatto cadde in prescrizione: “Venne ritenuta provata l’illecita somministrazione di farmaci, eccetto l’Epo, ai calciatori della Juventus ma la sopraggiunta prescrizione permise ai responsabili di evitare la condanna“.

E conclude con le parole di Guarinello:

“O nel calcio non si fa più uso e abuso di farmaci e sostanze, oppure stanno continuando con metodologie più raffinate”. Così parlo Guarinello. Amen.

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