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Sabiri: «Non c’entra il posto in cui cresci se i tuoi genitori ti trasmettono i valori della loro terra»

Al CorSport: «Il nostro sangue è quello. È un marchio che ti rimane dentro. Siamo qui per fare la storia del Marocco».

Sabiri: «Non c’entra il posto in cui cresci se i tuoi genitori ti trasmettono i valori della loro terra»
Genova 30/04/2022 - campionato di calcio serie A / Sampdoria-Genoa / foto Imago/Image Sport nella foto: esultanza gol Abdelhamid Sabiri

Il Corriere dello Sport intervista il centrocampista della Sampdoria e del Marocco, Abdelhamid Sabiri. Con la sua Nazionale è passato ai quarti di finale al Mondiale in Qatar. Sabato affronterà il Portogallo.

«È un momento storico per l’Africa e per il mondo arabo. Era ora. Siamo contenti. Ci eravamo confrontati prima della partita. Eravamo convinti che la Spagna si potesse eliminare. L’obiettivo era raggiungere i rigori e l’abbiamo
ottenuto».

Il Marocco ha una particolarità: tanti dei suoi giocatoti sono nati o cresciuti all’estero, come Sabiri, che a tre anni si è trasferito in Germania. Ma tutti hanno scelto di giocare per la Nazionale del loro Paese.

«È particolare il nostro gruppo, vero. Ma il nostro sangue è quello. Se voi siete italiani, rimanete italiani anche se nascete in Marocco giusto? Non c’entra nulla il posto in cui cresci se i tuoi genitori, le persone che ti danno la vita, ti trasmettono i valori e la cultura della loro terra. È un marchio che ti rimane dentro. Noi per questo siamo qui, per fare la storia del nostro Paese».

A Sabiri viene chiesto se, quando è andato a calciare il rigore contro la Spagna, si sentisse tranquillo. Risponde:

«Certo, io sono così. Non avevo insicurezze. Voi giornalisti ovviamente non potete capire fino in fondo cosa significhi per un calciatore giocare un Mondiale. Quando rappresenti il tuo Paese a questi livelli, sei pronto a tutto per aiutarlo: il rigore lo avrei calciato anche su una gamba sola».

Perché negli ultimi tempi non ha giocato nella Sampdoria?

«Ero infortunato. C’è stato anzi il rischio che non potessi neppure partecipare al Mondiale. Ma ho lavorato duro, con tanta fisioterapia. In Italia tanti pensavano che la lesione fosse finta ma la società conosce la verità. Ho anche inviato foto della risonanza magnetica allo staff medico per dimostrarlo. Anche qui in Qatar non gioco con continuità per questa ragione. Non sto bene. Sento dolore dopo 15-20 minuti, come è successo contro il Canada. Ma resisto».

Sabiri parla del commissario tecnico, Regragui.

«È una persona incredibile ed è il migliore allenatore che io conosca. Dovrei portarvi nello spogliatoio per farvi capire quanto sia importante per noi. Ha sempre un piano preciso per le partite».

Sabiri sarà ancora della Sampdoria a gennaio? Si parla di un’ipotesi Fiorentina.

«Non lo so, per ora sono un calciatore della Samp. Non mi hanno detto altro».

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