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La Procura Figc: «La Juve ricorreva alle plusvalenze solo per cambiare i bilanci»

Secondo Chinè le carte della Procura di Torino dimostrano «l’esistenza di un sistema collaudato» totalmente scollegato dalle operazioni di mercato

La Procura Figc: «La Juve ricorreva alle plusvalenze solo per cambiare i bilanci»
Mg Parigi 06/09/2022 - Champions League / Paris Saint Germain-Juventus / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Andrea Agnelli

Il sistema delle plusvalenze, così come emerge dalle carte dell’inchiesta sulla Juve della Procura di Torino, dimostrano, per la Procura Figc, che le plusvalenze erano totalmente scollegate dalle operazioni di mercato ma finalizzate solo a cambiare i bilanci. Il Corriere dello Sport riporta le considerazioni della Procura Federale.

Nelle carte dell’inchiesta sulle plusvalenze della Juventus della Procura di Torino la Procura Figc – che ieri ha chiesto la revocazione della sentenza con cui la Corte d’appello della Figc aveva assolto nel maggio scorso la Juventus e altri 10 club nel processo sulle plusvalenze – ritiene di aver trovato elementi che

«confermano l’esistenza di un sistema collaudato nel tempo (…) di scambi incrociati di calciatori con altre società sportive, non finalizzati a dotare la squadra di determinate qualità tecniche espresse dalle caratteristiche dell’atleta, dai ruoli in campo, dalle caratteristiche agonistiche bensì al realizzo di plusvalenze senza esborsi finanziari; gli scambi addirittura prescindevano dall’individuazione stessa del soggetto da scambiare – spesso neanche indicato, se non con una semplice “X”».

Le plusvalenze Juve erano totalmente scollegate dalle operazioni di mercato, erano finalizzate, per la Procura Figc, semplicemente a cambiare i bilanci.

«l’esistenza di un sistema, di una organizzazione, di una programmazione di budget di compravendita di calciatori effettuate non per motivi tecnici ma per ragioni esclusivamente collegate all’esigenza di conseguire, mediante artifizi, determinate risultanze economico-finanziarie».

«Il contesto che emerge dalle intercettazioni (occorse dal 14 luglio al 25 novembre 2021) e dagli appunti rinvenuti nel c.d. “Libro nero di FP”, nonché la corrispondenza scambiata fra i dirigenti della Juve, è quello di un modus operandi sistematico, attraverso il quale intenzionalmente programmavano e concludevano operazioni di scambio di diritti con altre squadre, italiane o estere, al solo fine di creare plusvalenze, secondo importi prestabiliti e programmati che nulla avevano che vedere con una concreta valutazione del bene compravenduto, tali da determinare valori non veridici di bilancio».

Uno dei documenti dell’inchiesta della Procura di Torino che la Procura Federale ritiene particolarmente interessante è il cosiddetto “Libro nero” del diesse Federico Cherubini su Fabio Paratici, suo predecessore. In esso, Cherubini critica la gestione di Paratici parlando di acquisti senza senso, come ad esempio quello di Kulusevski.

Nel libro nero si parla di «utilizzo eccessivo di plusvalenze artificiali» per avere un «beneficio immediato» per sistemare i conti. La Procura Federale osserva:

«è, in estrema sintesi, la prova documentale della intenzionalità dei Dirigenti della Juventus di generare operazioni tali da ottenere la contabilizzazione di plusvalenze fittizie, nonché di immobilizzazioni immateriali di valore superiore al massimo consentito dalle norme che regolano i criteri di formazione dei Bilanci delle società di capitali. Condotte finalizzate a far apparire risultati economici superiori al reale (maggiori utili o minori perdite) e un Patrimonio Netto superiore a quello realmente esistente alla fine di ciascun esercizio».

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