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De Laurentiis è il diverso del calcio italiano, non essere al tavolo Agnelli-Gravina è una medaglia

Da sempre contestato anche perché estraneo alle manovre di Palazzo. L’unica macchia è Osimhen. Il calcio italiano dovrebbe ripartire da lui

De Laurentiis è il diverso del calcio italiano, non essere al tavolo Agnelli-Gravina è una medaglia
French former President Nicolas Sarkozy (L) and Napoli's president Aurelio De Laurentiis (R) attend prior to the UEFA Champions League Group C football match between Paris Saint-Germain and SSC Napoli at the Parc des Princes stadium, in Paris, on October 24, 2018. (Photo by FRANCK FIFE / AFP)

Viva viva De Laurentiis!!!

La dimissione in blocco del Cda juventino è una bomba ad orologeria per il calcio italiano.

Il Napoli, anche se non coinvolto, pagherà, ob torto collo, perché parte dello stesso movimento calcistico della Juve.

Aurelio De Laurentiis è la pietra angolare per chi, in Italia, guarda ad un nuovo modo di fare calcio. Gestione societaria e sportiva fanno del Napoli un unicum.

Vilipeso, sfottuto ed osteggiato da rabdomanti âgée e leader da occupazioni liceali, ha costruito un Napoli non ricattabile, un Napoli solido, di cui andare orgogliosi.

Un Napoli che non tutti riescono a capire.

Tutto nella gestione attuale, a differenza della Juve, è di rottura con il passato.

Non si regalano biglietti, non si regalano maglie, non si patteggia con nessuno, né procuratori né altri.

Per avidità, per lungimiranza, per queste due cose insieme, il Napoli non ha mai fatto favori a nessuno, né chiesto nulla.

Scelta lungimirante allenarsi lontano dalla città.

Ancora risuonano nelle nostre orecchie le bombe di Napoli Frosinone, lanciate da “innamorati del Napoli”, che costrinsero Napoli Mantova sul neutro di Perugia. A questo ed a tanti altri meno noti ricatti è stata sottoposta la società.

Accusato di aver spifferato una tresca extraconiugale di Pepe Reina, in realtà era su un altro versante che invitava lo spagnolo a frequentazioni più consone a un professionista.

Evitate le mozzarelle di Pepè, “shit happens”. Resta la vicenda Osimhen, certamente una macchia e infatti la Finanza ha bussato a Castel Volturno.

La famosa “napoletanità” utilizzata dai calciatori in maniera capziosa, consci di fare presa sui tifosi, lui l’ha usata in antitesi, perché consapevole della bugia di fondo.

Il ragionamento è lineare: voi vi definite “napoletani”? Dimostratelo.

Un modo chiaro per far vedere la luna, ma tutti che guardano il dito.

De Laurentiis è odiato, ancor di più per un motivo molto semplice: è un uomo libero.

La sua non è la migliore gestione in assoluto. Ma è la migliore per questa squadra.

La vulgata vuole che Adl sia solo romano. Adl dona 100.000€ per Ischia. Una cifra simbolica, non dovuta.

L’amato e rimpianto Ferlaino sulla ricostruzione post terremoto ha fatto le sue fortune.

Certamente ha un carattere ispido, dai modi duramente irridenti, come il Marchese Onofrio del Grillo, rifiuta le ipocrisie malate dei tempi che vive.

“Non convocato” nella cena con Gravina a capotavola ed un manico di società contigue al marciume juventino.

Finito quasi alle mani con Lotito nell’ultima assemblea di Lega.

Se non è un maverick De Laurentiis, allora facciamo fatica a capire il significato dell’anglicismo.

È paradossale che quasi nessuno capisca che per salvaguardare se stesso voglia salvare anche il calcio italiano che sta implodendo.

Sarebbe il miglior successore di Gabriele Gravina.

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