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Blatter: «Ho creato un mostro, il business del calcio è sfuggito di mano»

L’intervista al Die Zeit: “non ho protetto il calcio dall’influenza economica e politica. Le aziende francesi hanno svolto un ruolo chiave nella costruzione del Qatar”

Blatter: «Ho creato un mostro, il business del calcio è sfuggito di mano»
Db Rio de Janeiro (Brasile) 13/07/2014 - Mondiali di calcio Brasile 2014 / Germania-Argentina / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Vladimir Putin-Joseph Blatter

Come si è arrivati ​​a questo punto? Il Die Zeit l’ha chiesto direttamente all’imputato, per molti il colpevole, della trasformazione del calcio da bene popolare a prodotto commerciale di soft power politico: Sepp Blatter. La Fifa, e anche l’assegnazione dei Mondiali al Qatar, sono “colpo sua”. Lui si intesta solo quelli in Russia. Cinque mesi dopo un intervento al cuore, si difende ancora: “Non devo scusarmi per quello che ho fatto. Il calcio non perderà mai la sua anima. Ma forse è diventato così grande da sfuggire di mano. Il calcio prima non era redditizio. L’economia non ha ancora avuto un impatto. La grande politica era ancora lontana. Era mio compito portare questo sport nel mondo al di fuori dell’Europa e del Sud America. Ero una specie di venditore ambulante, semplicemente non avevo soldi“.

E’ un’intervista-confessione, quella di Blatter al settimanale tedesco. “Ricordo di essermi seduto di fronte alla gente della Coca-Cola e mi hanno chiesto quante bottiglie potevo vendere. Ho detto: hai frainteso. Sei una grande azienda, ma il calcio è molto più grande. Puoi rendere il tuo marchio globale con il nostro aiuto. Ha funzionato. Gli affari sono esplosi anni dopo, quando i tornei sono stati trasmessi in tutto il mondo. E quando le emittenti pubbliche in Europa hanno consentito più pubblicità nel calcio e quelle private sono state coinvolte, siamo stati sommersi dalle offerte di sponsorizzazione”.

“Non ho mai preso soldi che non ho guadagnato – si giustifica – Ecco perché nulla potrà mai essere provato contro di me in tutti i procedimenti contro di me. Non mi hanno mai corrotto. Le accuse sono sempre andate in pezzi, l’ultima volta lo scorso luglio. Ho la coscienza pulita”.

Blatter ammette una sorta di responsabilità morale: “Ho sempre cercato di controllare il business, ad esempio cercando di impedire ai talenti sudamericani o africani di trasferirsi in Europa. Ma ho fallito in quel tentativo.

“In Europa  mi è stato detto che il calcio è un business di domanda e offerta. Chi poteva saperlo meglio di me? Ho studiato economia. Havelange una volta mi disse: ‘Sepp, hai creato un mostro’. Forse aveva ragione. Non sono riuscito a proteggere il calcio dall’influenza economica e politica. Ma non potevo prevedere che si sarebbe arrivati ​​a questo. Quello che sta accadendo in questo momento è un’eccessiva commercializzazione del gioco. Stanno cercando di spremere sempre di più il limone. La Fifa sta interferendo in qualcosa che in realtà non la riguarda: nel calcio di club“.

I giornalisti dello Zeit gli rinfacciano giustamente che durante la sua presidenza, la Coppa del Mondo è stata assegnata a Qatar e Russia…

“Non è un segreto che ho votato per gli Stati Uniti e contro il Qatar come sede del 2022. Con Putin avevamo un buon rapporto. E ho anche pensato che sarebbe stata un’idea affascinante ospitare la Coppa del Mondo prima in Russia e poi negli Stati Uniti. Ma c’erano forze politiche più forti di me. La gente pensa sempre all’influenza come nei film di gangster, con valigie piene di soldi da consegnare in un posto segreto. Non era così. Ti dirò come è andata: all’epoca avevamo un consenso nel Comitato Esecutivo per assegnare i Giochi del 2018 alla Russia e il 2022 agli Stati Uniti. Ne discuti in anticipo. Poco prima delle elezioni, Michel Platini è venuto da me e mi ha detto che il presidente francese gli aveva consigliato di votare per il Qatar con il suo collegio elettorale. Quattro voti europei sono andati al Qatar”.

Parla di Nicolas Sarkozy:

“Gli ho chiesto: ti ha ordinato di farlo? Ha detto di no, me l’ha consigliato. I francesi hanno votato per il Qatar. Ecco come funziona. Le aziende francesi hanno svolto un ruolo chiave nella costruzione del Qatar. Lo sport è un riflesso della società, così come la politica. Né gli atleti né i politici possono essere migliori dell’umanità”.

Blatter dice anche che non ha rapporti con Infantino:

“È stato irrispettoso rifiutandosi di avere qualsiasi contatto con me dalla sua elezione. Comunica con me solo tramite avvocati”.

“Ho davvero cercato di servire sempre il calcio. Se gli ho fatto del male, mi dispiace”.

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