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Vierchowod: «Chi potrebbe farmi gol? Mi piace Osimhen. Maradona mi chiamò Hulk»

Alla Gazzetta: «Diego il più grande. In Italia non ci sono più difensori. Liedholm nelle tasche aveva sale, ciondoli, amuleti, boccettine, cornetti…»

Vierchowod: «Chi potrebbe farmi gol? Mi piace Osimhen. Maradona mi chiamò Hulk»
Db Brescia 26/05/2011 - partita benefica contro la Sla 'Tutti per Stefano Borgonovo' / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Pietro Vierchowod

La Gazzetta intervista Pietro Vierchowod calciatore che vinse due scudetti con Roma e Sampdoria, il Mondiale 82 (ma senza giocare) e la Champions con la Juve.

Parla dei difensori italiani, e non in termini lusinghieri.

«Un po’ di tempo fa mi hanno chiamato e chiesto di fare cinque nomi per la Nazionale. Sai che non ne ho trovato uno? Non ce ne sono più, tutti stranieri. L’ultimo grande è stato Chiellini. È sparita la nostra scuola, non c’è nessuno che insegni a un ragazzo come marcare, come muoversi con il pallone e con l’avversario, come anticipare, come non farselo scappare. In A gli allenatori sono quasi tutti ex centrocampisti».

Oggi chi potrebbe farti gol?

«Ascolta: secondo te, questi dovrebbero farmi paura? Non lo so. Mi piace Osimhen, con quelle leve. Io però ho marcato Van Basten e non mi ha mai segnato su azione. Ho giocato contro Boninsegna e Sheva. E Bettega, Pulici, Paolo Rossi, Altobelli, Pruzzo e Careca, Rummenigge, Batistuta, Weah. E anche Vieri e Inzaghi. A 40 anni ho fermato due volte il Fenomeno Ronaldo, ha segnato solo su rigore. Dai, per favore…».

Liedholm a Roma?

Vierchowod: «Sono arrivato dalla Fiorentina, dove giocavo a uomo. Il Barone mi ha messo in campo e non mi ha detto niente della zona. Solo: “joca, Pietro”. Ho dovuto chiedere ai miei compagni, a Falcao, Nela e Di Bartolomei come e dove mettermi. Lui ti dava la maglia, guai se la prendevi tu. S’incazzava».

Il Barone era veramente superstizioso?

«Se lo era… Una volta ho preso la mia maglia dal mucchio, tanto sapevo il numero. Mi ha guardato malissimo: “Se succede qualcosa la colpa è tua. Non farlo più, capito?” Un’altra volta mi sono messo, per sbaglio, il suo cappotto: nelle tasche c’erano sale, ciondoli, amuleti, boccettine, cornetti…»

Gentile bloccò Maradona. Tu?

«Ah, Diego il numero uno. Una volta gli ero addosso, incollato. Si è girato con una piroetta, un tunnel ed è volato via. Io allora sono scattato e l’ho raggiunto e chiuso in angolo e lui si è messo a ridere: “Hanno ragione a dire che sei Hulk: ti manca solo il verde”».

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