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Il derby di Roma non raccontato: cocaina, bagarini e trucchi per entrare gratis

Lo fa il Corsera. Prima ci si fa di coca giù al Tevere, poi le spintarelle ai tornelli: qualcuno ce la fa, altri no. Il giornalista il biglietto lo ha pagato 250 euro

Il derby di Roma non raccontato: cocaina, bagarini e trucchi per entrare gratis
Ci Roma 06/11/2022 - campionato di calcio serie A / Roma-Lazio / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: coreografia tifosi Roma

Il derby di Roma non raccontato: cocaina, bagarini e trucchi per entrare gratis. Lo ha fatto il Corriere della Sera con un bel reportage – privo di moralismo – di Corrado Santucci.

Nessuno ha intenzione di fare a botte. Ma si scende al fiume «pe’ fasse ’na botta». (Pillola di romanesco: «farsi una botta», tirare una riga di cocaina).

C’era una volta “Amore tossico” film cult degli anni Ottanta sulla tossicodipendenza da eroina. Oggi c’è derby tossico con il racconto di Santucci sul Corsera.

Hanno girato lo specchietto verso l’alto. Ne hanno ricavato un piano d’appoggio. Uno acchitta le righe (sminuzza e dispone la sostanza), con una tessera da supermercato. Poi, a turno, come un balletto, tutt’e quattro si chinano sullo specchietto. Si rialzano su con uno scatto. Si strofinano rapidi il naso. Nessuno ha il raffreddore.

cosa ha a che fare questo consumo di cocaina indegno e smodato con il calcio? È uno specifico delle vituperate curve? Risposta onesta: no. Chi pippa prima della partita, pippa anche prima della discoteca, della serata, dell’uscita con gli amici. La droga arriva allo stadio perché inonda le città.

Ma la parte più interessante è quella relativa ai biglietti e all’ingresso allo stadio per il derby di Roma:

Tempo di entrare allo stadio. Cancelli 18 e 19. L’ingresso è una tonnara. Caos utile a qualcuno. Perché c’è ancora gente che prova a entrare senza biglietto.

Spintarelle

Ressa asfissiante. Urla. Per soli due ingressi, una dozzina di steward, altrettanti poliziotti, sei agenti della digos. Buttarsi in due nel tornello è la norma. Vecchio andazzo delle spintarelle. Roba da anni Ottanta. Non debellata da biglietti nominali e leggi sulla sicurezza. Quando passano in due, vanno fermati per un ri-controllo. Il flusso s’intasa. La rabbia monta. Bilancio su soli 25 minuti (16.50-17.15:) trentasette persone buttate fuori (perché senza biglietto, o con tagliandi o abbonamenti di altri settori) e sei «saette», ragazzi che nel caos riescono a intrufolarsi e schizzano da centometristi verso lo stadio, dove sarà poi impossibile trovarli (chi scappa è dato per perso, impensabile rincorrere).

PS. Il ricorso a una pratica irrituale c’è stato anche per realizzare questo servizio. Lo stadio era sold out. Il biglietto «introvabile» l’abbiamo recuperato il 31 ottobre su viagogo.com, società svizzera, piattaforma mondiale del secondary ticketing. Il vecchio bagarinaggio. Settore 18 AD, fila 55. Costo: 247,93 euro (30,68 di commissioni e 6,75 di Iva), oltre cinque volte il prezzo nominale, 45 euro. Chi lucra sulla rivendita andrebbe perseguito: ma sguscia regolarmente via, come i ragazzi che sgattaiolano ai tornelli.

PS bis. Alla coreografia della curva laziale, la Sud ha risposto con un insistito: «Sembra Napoli». I cori antisemiti degli ultrà biancocelesti a fine partita, dall’altra parte dello stadio, non si sono sentiti.

 

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