Sul CorSera definisce quella di Spalletti “una grande squadra”. E sul Milan: “Pioli è un genio. La sua differenza è l’intelligenza collettiva”.
Mario Sconcerti fa un bilancio del campionato sul Corriere della Sera. La base di partenza è la qualità difensiva delle squadre analizzate. Della Juve scrive che, ovviamente, non è all’altezza del Napoli e del Milan, ma può puntare al terzo posto.
“Non è all’altezza di Napoli, Milan e Inter, ma si sta mettendo nelle condizioni di puntare al terzo posto proprio per la chiarezza difensiva che ha trovato fra Danilo e Bremer”.
Inzaghi, invece, può tentare di rimontare le prime posizioni con la sua Inter.
“Inzaghi può tentare quello che non può tentare Allegri, provare a rimontare. L’Inter ha capacità tecniche che non vedo chiare nella Juve. I suoi problemi difensivi dipendono dalla condizione di Brozovic e Barella, più dalla concentrazione di Dumfries, che alla fine per metà deve fare il terzino. L’Inter ha ottimi difensori, non più senso concreto del doppio reparto, cioè difesa più centrocampo. Calhanoglu è una buona soluzione ma è una felpa in una sera d’estate fresca. Quando arriva l’inverno vero, serve il vecchio cappotto. Col ritorno di Lukaku e Brozovic, l’Inter può trovare i cinque-sei successi che la rimettano con logica dentro la classifica”.
Il Milan vanta un genio in panchina: Stefano Pioli.
“Il Milan è sfinito dagli esperimenti che è stato costretto a fare. La stanchezza fa correre i fondisti ma ferma gli scattisti, che sono gli uomini del gol. Leao travolge ancora ma a tempo determinato. Pioli è un genio, cerca invenzioni tra il talento che ha, ma la sua differenza è l’intelligenza collettiva. E quella svanisce per prima quando cambiano gli interpreti. Il Milan è in difficoltà oggettiva, anche in Champions. Credo che questa emergenza possa perfino aiutarlo. Ha bisogno di una scossa di realtà. Vederlo oggi con Tatarusanu, Gabbia, Krunic, più Theo vagante, sa di vecchia educazione sentimentale più che di calcio reale”.
Sulla Roma:
“Mourinho segna pochissimo, ma subisce anche meno. È arrivato alla difesa a tre e l’ha coperta con due mediani, Cristante e Matic in linea, all’inglese, spostando Pellegrini quasi in mezzo alle due punte. La Roma è una squadra un po’ antica, un esperimento a parte come quasi sempre Mou. Però ha carattere che non aveva prima, prende i risultati per i capelli, li difende con rumore. È una squadra pronta. Che ha Dybala e Wijnaldum fuori, più Abraham e Belotti che devono entrare in campionato. Può solo crescere”.
Capitolo Napoli:
“L’intelligenza della squadra, la sua diversità, le vedi da quante possibilità di sbocco ha il gioco di Lobotka: ha almeno quattro primi passaggi possibili. Se hai un solo passaggio di solito sei ovvio, se ne hai due, hai un’idea, se ne hai quattro hai una grande squadra. Lì c’è il Napoli”.