Libero: per i pm i dirigenti bianconeri «avrebbero «occultato le prove», nascondendo nei cassetti di studi legali «fidati» i documenti più compromettenti

Per la Procura la Juve ha truccato i conti sennò sarebbe fallita. Lo scrive il quotidiano Libero.
Per la procura di Torino se i dirigenti della Juventus fossero stati trasparenti nei conti, «la società sarebbe fallita».
Da qui i falsi e la continua rincorsa dei manager nel tentare di mettere pezze un po’ dappertutto. Dirigenti che secondo le carte giudiziarie «avrebbero «occultato le prove», nascondendo nei cassetti di studi legali «fidati» i documenti più compromettenti, compresi quelli sulle presunte «manovre stipendi» dei calciatori.
I pm avevano chiesto gli arresti domiciliari per Andrea Agnelli, Fabio Paratici e Cesare Gabasi l’avvocato e consulente legale della società accusato di avere «curato» la realizzazione delle «manovre stipendi».
Nelle oltre 500 pagine con cui i pm Mario Bendoni, Ciro Santoriello e l’aggiunto Marco Gianoglio, chiedevano al gip di arrestare i tre, ci sarebbero «elementi di prova» che dimostrerebbero come, prima della scorsa estate, Agnelli e i suoi dirigenti, pur sapendo di essere indagati, avrebbero, quanto meno a livello di rischio, «occultato le prove» e «reiterato il reato». Ma il gip Ludovico Morello, in poche pagine, ha rigettato con un’ordinanza la richiesta della procura («sapevano di essere indagati, il rischio di reiterare era troppo alto»), che ha prontamente fatto appello, ribadendo la necessità dei domiciliari per tutti e tre.
Per comprendere da quando i bilanci della Juventus sarebbero stati falsificati per nascondere dei “buchi” che sarebbero stati pre esistenti al Covid, si deve fare un salto indietro di tre anni. Nel 2019 Agnelli, presidente del cda, il suo vice Nedved, i dirigenti Paratici, Re e gli amministratori Arrivabene, Roncaglio e Vellano, avrebbero, con un comunicato stampa datato 20 settembre 2019, informato il pubblico dell’avvenuta approvazione del bilancio, «evidenziando ricavi pari a 621,5 milioni e una perdita di 39,9 milioni». In questo modo, scrive la procura, «diffondevano false notizie (i numeri erano altri) circa la situazione patrimoniale, economica, e finanziaria della società, concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione del prezzo delle azioni ordinarie quotate in Borsa».
Per la Procura la Juve ha truccato i conti sennò sarebbe fallita.