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Giroud: «Il Mondiale in Qatar? Ho dimostrato ciò che dovevo dimostrare, ho fatto del mio meglio»

A L’Equipe: «Mi sento come un anziano che può ancora portare qualcosa ai più giovani. Questo è quello che faccio anche al Milan».

Giroud: «Il Mondiale in Qatar? Ho dimostrato ciò che dovevo dimostrare, ho fatto del mio meglio»
Db Milano 18/09/2022 - campionato di calcio serie A / Milan-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Olivier Giroud-Kim Min Jae

L’attaccante del Milan, Olivier Giroud, ha rilasciato un’intervista a L’Equipe alla vigilia del ritorno a Londra per affrontare il Chelsea in Champions League. Nel Chelsea ha giocato fino al 2021, quando poi è approdato a Milano. Da allora, il club londinese è profondamente cambiato.

«Ha cambiato proprietario. Molte persone non ci sono più a tutti i livelli. Avrei potuto aiutare il nostro allenatore Stefano Pioli se Thomas Tuchel fosse stato ancora al comando, ma se n’è andato anche lui. Mi divertirò ancora a vedere persone con cui ho stretto amicizia e vissuto momenti forti come Azpilicueta, N’Golo Kanté e alcuni giovani che ho visto arrivare come Mason Mount o Reece James».

Quali sono state le tue emozioni più belle a Stamford Bridge?

«Ce ne sono state parecchie. Ma soprattutto ricordo un periodo con Frank Lampard. E’ stato difficile. Non ho giocato molto. Ero a due passi dalla partenza per l’Inter, a gennaio 2020. Alla fine sono rimasto e lui ha deciso di farmi giocare. Riesco a segnare otto gol nelle ultime dieci partite di campionato».

Immaginavi tanto successo in Italia?

«L’ho sempre ripetuto. Finché ho le capacità fisiche, finché il mio corpo me lo permetterà, andrò per il più alto livello. Nella mia testa ho sempre questa grande motivazione. Due anni fa, dicevo: giocherò altri due anni… E sono ancora molto bravo. Sono ancora qui. Raggiungerò la fine del mio contratto alla fine della stagione. Vedremo. Ma non mi sto ancora ponendo limiti».

Giroud sull’attuale stagione

Come giudichi il tuo inizio di stagione?

«Ne sono molto felice. Sono tornato dalle vacanze in gran forma dopo aver potuto ricaricare bene le batterie. Abbiamo vinto lo scudetto, ma abbiamo dato tanto in campo. Le vacanze mi hanno fatto il massimo bene. Ma dicono che la stagione dopo il titolo è quella della conferma, la più difficile e… allora confermiamo! Abbiamo iniziato bene il campionato. Sono partito bene anche io con quattro gol (più un assist) in otto partite di Serie A e un altro in Champions League».

E un altro con la Francia contro l’Austria…

«Sì, non è male, con il passaggio decisivo per Kylian Mbappé. E’ un buon inizio per un settembre molto occupato e complicato».

Sei rimasto deluso di non essere stato selezionato a giugno per le partite della Four Nations League?

«Sul momento c’è stata una certa frustrazione. Ma, onestamente, potrebbe essere stato anche un bene. Come ho detto, ero appena uscito da una finale difficile con il Milan nella corsa al titolo e questa lotta implacabile per tutto l’anno. Ho compensato questa frustrazione di non essere stato chiamato in Nazionale con un lungo periodo di riposo e un sacco di tempo con la mia famiglia. Con l’esperienza, sapevo che il periodo che ci aspettava, con partite ogni tre giorni in Serie A e in Champions League, sarebbe stato complicato. Lo vediamo con tutte gli infortuni che abbiamo».

Il sostegno di Mbappé

In Nazionale hai anche trovato un forte sostegno da parte di Kylian Mbappé con il quale l’intesa è stata eccellente contro l’Austria e apparentemente buona dietro le quinte, come ha anche sottolineato in molte delle sue dichiarazioni.

«Le persone interpretano le cose come vogliono. La cosa più importante è dimostrare che funziona bene sul campo. Ma non credo che l’allenatore avesse particolari preoccupazioni a questo livello. Eravamo campioni del mondo insieme. Kylian ha detto delle cose, siamo entrambi concorrenti, vogliamo vincere. A me piace».

Prima dell’ultimo allenamento a Copenhagen, ti abbiamo visto arrivare in campo, braccio a braccio, braccio a braccio, con Didier Deschamps. Sembra che voi due andiate ancora d’accordo…

«Ma c’è sempre stato un buon rapporto. Lì mi stava prendendo in giro. Era appena tornato dalla conferenza stampa pre-partita contro la Danimarca. Mi dice: “Ma hai molti amici, dillo?”. Gli ho risposto:” Ma ne dubitava, mister?. “E ci siamo divertiti! Ma ora non c’è bisogno di aggiungere altro. Molto è stato detto, molto è stato scritto sulla mia situazione. Ho fatto la cosa giusta».

Il Mondiale in Qatar

Quale percentuale di possibilità ti dai di essere in Qatar?

«Non ho una percentuale da dare. Ho dimostrato ciò che doveva essere dimostrato. Ho fatto del mio meglio per esserci. Ho messo tutte le possibilità dalla mia parte. Ora è il momento del Milan!».

Se tu avessi una preferenza, sarebbe per fare una terza Coppa del Mondo o per battere il record di Thierry Henry per i gol per la squadra nazionale francese?

«Tutti e due! No, si tratta principalmente di mantenere il nostro titolo di campione del mondo. E se posso raggiungere o superare Titi, sarà un grande bonus!».

Giroud anziano e fratello maggiore

Ti senti un leader in questo gruppo francese?

«Mi sento come un anziano che può ancora portare qualcosa. Spero di essere anche un fratello maggiore che vuole sempre trasmettere e condividere la sua esperienza con i più piccoli. Questo è quello che faccio anche al Milan».

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