La scaletta nasce sul momento, ma non si può fare se non hai Mbappé e Messi. Milik sembra capitato lì per caso. I compagni non hanno capito che Vlahovic gioca con loro

I giocatori della Juve sembrano ad un rave senza dj, ognuno vaga nel campo per conto suo.
La Juventus ha perso in Champions League contro il Maccabi e gli israeliani, che venivano da nove sconfitte di fila, quasi sono sembrati
dei fenomeni, scrive la Gazzetta dello Sport.
“Aspettavano la Juve per fare i fenomeni. La aspettano tutti questa Juve inguardabile, irriconoscibile, insensata, approssimativa: facile da bloccare, far girare a vuoto e infilare”.
“Non ci ha capito niente nessuno, Allegri, i giocatori, anche il club”.
“Non che tutte le colpe siano di Allegri, ma tante sì. La Juve è impresentabile da tempo, dall’anno scorso. Oggi un allenatore conta, è un top player”.
La Juventus sembra a pezzi fisicamente.
“Si sono spesi tutti in un pressing forsennato, togliendo respiro a una Juve che non sapeva superare il centrocampo, timida, spaurita. La questione fisica non è secondaria. La Juve cammina. E cammina male. Le sue partite sono confuse, lente, oppure frenetiche da improvvisazione. Mucchi di giocatori da un lato, vuoti dall’altro. Sbagliano tutti perché non c’è un senso”.
E ancora:
“Giocatori come a un “rave”, ognuno per conto suo, a vagare senza posizione. Alcuni disastrosi (McKennie, Paredes, Rabiot, Vlahovic, Alex Sandro, Kostic), altri leggermente meglio (Rugani, Cuadrado, Di Maria finché in campo). Altri esposti a figuracce immeritate (Soulé). Qualcuno stranamente nel ripostiglio, tipo Miretti, che è uscito dai radar, e Gatti desaparecido. Milik entra e sembra uno alla fermata dell’autobus in una città straniera. Bremer è in panchina, dopo averle giocate tutte, nel giorno che valeva l’ultima speranza e tanti milioni. Un “rave” senza dj. La scaletta nasce sul momento, ormai è chiaro: ma nel calcio del 2022 non si può fare, se non hai Mbappé e Messi davanti”.
Nel primo tempo tutto quello che ha saputo esprimere la squadra di Allegri è stato un colpo di testa angolatissimo di
Vlahovic. Ancora troppo solo.
“alla prima e unica palla buona che riceve: non hanno ancora capito di averlo in squadra”.