A Sette: «A Mosca 1980 in foto mi si vedevano i peli sotto le ascelle, i pensieri erano altri. Oggi le atlete sono perfette, dove trovano il tempo?»
Sul Corriere della Sera Sette un’intervista a Sara Simeoni, campionessa olimpica di salto in alto a Mosca 1980. Racconta di aver iniziato con la danza, ma di essere stata scartata perché troppo alta, poi, per caso, è passata all’atletica.
«Casualmente, grazie alla scuola. Ero alle medie e ci hanno detto che nella nostra palestra si allenava una squadra di atletica. Non sapevamo nemmeno cosa fosse. Con alcune amiche abbiamo deciso di provare, era divertente e soprattutto un modo per stare insieme ai coetanei».
Quando andava ad allenarsi portava con sé ago e filo.
«Le divise erano unisex, bisognava adattare»
Fu protagonista di Mosca 1980, con Mennea.
«Era la nostra Olimpiade, arrivavamo entrambi dal record del mondo. Il desiderio di prendere la medaglia era molto forte. Oggi, ogni anno hanno la possibilità di fare una gara che rimpiazza quella precedente, ma ai nostri tempi era tutto molto più dilatato. Se perdevi un treno, non eri sicura di esserci dopo quattro anni».
Com’è oggi la squadra azzurra di atletica?
«Sono bravi e anche un pizzico fortunati, fanno qualificazioni con misure e tempi che ai nostri tempi ce li sognavamo».
C’è una sua foto che ha fatto la storia: lei che esulta a braccia alzate dopo il salto…
«.. e sotto le ascelle si vedono i peli. Non si stava tanto a guardare, gli obiettivi e i pensieri erano altri. Oggi invece sono così perfette, non capisco dove trovino tutto il tempo per l’acconciatura, la manicure…».